Non solo rosé: la Provenza della DOC Baux de Provence e i suoi magnifici rossi. Di Francesco Piccat.

Il Mas de la Dame

“La casa sua il signore di Baux l’ha costruita sui sassi e ancora lei rimane là e guarda passare gli anni”

La Provenza profonda non sono i campi di lavanda di Manosque tanto cari all’algoritmo di Instagram, e nemmeno i rosé da Saint Tropez che più che caudalie hanno nomi fancy e prezzi al di là del bene e del male. No, la Provenza profonda è l’unione tra una terra benedetta e l’azione dell’uomo, che ha saputo valorizzare quanto la natura, il clima, le pietre e l’acqua gli hanno dato in prestito. A pochi chilometri da Arles sorge una catena collinare di 25 chilometri, che declina da ovest a est e che rappresenta l’ultima propaggine delle Alpi a sud. Gli abitanti del luogo l’hanno sempre chiamata le Alpilles, le piccole alpi, e al loro interno si malcelano dei tesori archeologici romani, come l’antichissima Glanum, e dei castelli medievali. Il più imponente e conosciuto a noi italiani è sicuramente quello di Les Baux de Provence, grazie forse anche alla canzone di Branduardi

Dal castello si apre ad est una piccola valle al cui centro si trova il Mas de la Dame, il più antico Domaine vitivinicolo moderno della DOC che ha preso proprio il nome dal castello. L’accesso al luogo è tratto da un realismo magico e policromatico che unisce l’argento dei vigneti al verde chiaro delle foglie di Grenache a quello scuro della Syrah, senza dimenticare l’azzurro intenso del cielo e il bianco-grigio delle rocce delle Alpilles. Alla visita ci accoglie Caroline Missoffe, proprietaria e appassionata amante della Provenza dall’accento parigino. Ci racconta la storia del domaine, che vanta persino un quadro di Van Gogh e una profezia di Nostradamus (nato proprio nelle Alpilles di Saint Rémy). Il domaine ha tutto per produrre vini di alta qualità: un clima mediterraneo con forte Mistral (che ha contribuito a rendere TUTTA la DOC biologica nel 2023), una tradizione famigliare importante e dei vitigni piantati che si sposano perfettamente con il terreno.

Nella foto, io autore dell’articolo con Mme Caroline Missoffe

Il domaine produce dei bianchi, dei rosé ma soprattutto dei rossi, che da disciplinare della DOC sono tutti assemblaggi con un vitigno maggioritario. I vitigni rappresentano perfettamente la posizione geografica del luogo e sono un insieme di Rodano e di basso Rodano-Linguadoca. Nei bianchi troviamo quindi la Roussanne, ma tagliata con il Vermentino, la Clairette e il Grenache blanc. Nei rosé la Syrah, ma tagliata con il Cinsault e il Mourvèdre e nei rossi sempre la Syrah ma assemblata al Grenache noir, al Mourvedre, al Carignan e anche al Cabernet Sauvignon per una bottiglia speciale.

Il Domaine produce alcuni vini più semplici e altri molto più intensi e complessi. Tra questi ultimi è degna di nota la serie denominata “La stele”, in memoria e omaggio a Nostradamus e alla sua profezia secondo cui “Il mare coprirà la terra e si fermerà alla stele del Mas de la Dame”. Il bianco è vinificato con fermentazione pellicolare, a maggioranza di Vermentino con Clairette, Roussane e Grenache blanc. Spiccano i frutti a polpa gialla, come le albicocche e le pesche mature, ma le spezie come il rosmarino non si nascondono. Vino intenso ed elegante, per palati fini.

Il rosé della collezione è a maggioranza di Syrah con Cinsault e Mourvedre, e bevuto alla cieca in un bicchiere nero è di difficile collocazione. Naso florale e delicato, in bocca cassis e fragoline di bosco. Ti spiazza per la sua intensità. Il rosso della serie è a dominanza di Syrah e Cabernet, con un po’ di Mourvedre e Grenache noir.

Vini molto intensi, ma se si sale in qualità troviamo un rosso dal nome di una parcella del domaine, il Vallon des Amants. In parte vinificato in macerazione carbonica per renderlo ancora più goloso, questo syrah con Mourvedre e Carignan sorprende per le sue note di frutta rossa che declinano però in cioccolato e liquirizia. Va tenuto in cantina per qualche anno prima di berlo.

Il Coin caché invece, è un vino ancora più intenso elaborato a base delle più vecchie viti di Grenache della più vecchia parcella del domaine. Sullo stile di Chateauneuf du Pape, questo vino sa di garrigue provenzale, di olive, di macchia mediterranea e i classici frutti rossi del Grenache. Vino da grandi occasioni, è, per chi scrive, la firma più alta del domaine.

C’è anche la variante bianca del Coin Caché, da ristorante stellato. Roussane atipico, macerazione pellicolare e affinamento sui lieviti alla borgognona, questo vino è un ibrido tra il centro e il sud. Presenta il meglio di tutte queste regioni vitivinicole, la malolattica non diminuisce la sua freschezza e il burro non nasconde gli aromi di pesca e albicocca provenzale. Un dieci e lode.

Infine, si chiude con l’Infernal, vino dalle grandissime occasioni a base di Cabernet Sauvignon. Prende il nome dall’omonima valle (de l’enfer) che si erge a poca distanza dalla tenuta. Selezione acino per acino, questo vino ha una lunghezza finale da far impallidire più d’un grande chateau bordolese.

Mme Missoffe non ha paura delle contaminazioni, e oltre alla tradizione di tutte queste bottiglie unisce anche la produzione del Vin Sans, scritto in etichetta come la firma di Vincent Van Gogh, che si vuole vino senza solfiti (mai naturale per carità), vinificato con macerazione carbonica, forse in omaggio alla sua famiglia che viene dal Beaujolais di Chirubles.

Il mas produce anche oli di alta qualità e offre al visitatore una parentesi di pace e di gusto che tutti dovrebbero ricercare.

Info:

Domaine Mas de la Dame

2200 Route des Alpilles, 13520 Les Baux-de-Provence, Francia

Tel. +33 4 90 54 32 24