Birre con mosto di uva  e presentazione del libro “Borgogna” Storia di grandi vini francesi.

Di Gianfranco Quartu.
Uva a tutta Birra”, un’iniziativa sulla produzione e cultura della birra, con degustazione delle migliori produzioni del birrificio artigianale  Barley di Maracalagonis. Accompagnati dal  maestro birraio Nicola Perra del birrificio Barley e dal giornalista enogastronomo Angelo Concas, sabato 23 novembre al Centro Studi Internazionale della cultura enogastronomica Epulae a Poggio dei Pini, si è compiuto un viaggio tra le birre artigianali I.G.A. Italian Grape Ale. Una vera e propria masterclass, un percorso degustativo di sei birre prodotte con l’utilizzo di mosto fresco o di mosto cotto ottenuti da uve di vitigni tradizionali della Sardegna.

La birra I.G.A. Italian Grape Ale nasce nel 2006 a opera del Mastro Birraio Nicola Perra del  birrificio sardo Barley di Maracalagonis (CA) che propone, per la prima volta in Italia, una birra ad alta fermentazione utilizzando il mosto cotto di Cannonau, la birra BB10, che getta così le basi per quello che diventerà il primo stile birrario italiano.

Nel 2009 Nicola Perra viene premiato dalla rivista specializzata FERMENTO BIRRABIRRAIO DELL’ANNO 2009″

Nel 2015, lo stile di birra creato da Nicola Perra viene riconosciuto ufficialmente e inserito nella guida agli stili dalla prestigiosa Beer Judge Certification Program (BJCP), organizzazione no profit nata in America nel 1985. Nel 2019, un’altro grande riconoscimento per Il Mastro Birraio Nicola Perra, che vede inserire nell’elenco dei neologismi dell’Enciclopedia Treccani, lo stile I.G.A Italian Grape Ale.
Oggi su oltre mille birrifici operanti in Italia, più 200 producono birra con aggiunta di mosto d’uva, dando vita ad oltre 300 tipi diversi di Italian Grape Ale.

La IGA è una birra ad alta fermentazione, la cui peculiarità sta nell’aggiunta di uva, sia come frutto al naturale o vinaccia sia come mosto d’uva, in forma di mosto muto, cioè  un mosto d’uva la cui fermentazione è stata arrestata in modo controllato, mosto cotto o fermentato. L’aggiunta può avvenire in diverse fasi del processo di produzione della birra, solitamente durante la bollitura, la fermentazione o il condizionamento. Il contenuto di mosto d’uva può raggiungere anche il 40% della miscela e il tasso alcolico è molto variabile, andando dal 4% fino al 10%. La colorazione di questa tipologia di birra può andare dal giallo dorato fino al marrone scuro, con una schiuma piuttosto fine.

La categoria di I.G.A. probabilmente più apprezzabile è quella dove il mosto d’uva viene aggiunto una volta conclusa la bollitura, consentendo di conservare il più possibile le caratteristiche dell’uva. Si ottiene una birra che presenta le note tipiche dell’uva di partenza, con in aggiunta alcune note dolci date dal malto: una bevanda che unisce la complessità del vino alla freschezza e alla facilità di beva tipiche della birra.

La masterclass ha abbracciato sei birre I.G.A., tutte prodotte dal birrificio Barley e “raccontate” dal maestro birraio Nicola Perra, con i consigli per alcuni piacevoli abbinamenti al cibo. La prima è la BB5. Una birra prodotta già dal 2016  con aggiunta di mosto fresco di uva Nuragus. Una birra leggera che non supera il tenore alcolico di 5,5 gradi adatta per un abbinamento alle fritture di mare o per i momenti di relax.

A seguire la BB6 prodotta con l’impiego di mosto fresco di uva Malvasia di Cagliari, una delle 4 uve aromatiche al mondo (le altre sono il Brachetto, il Moscato e il Gewürztraminer), con un tenore alcolico di 6 gradi che si accompagna egregiamente alle anguille fritte.

Si passa poi ad una birra più potente, la BB9, con aggiunta di mosto cotto di Malvasia di Bosa. Una I.G.A. molto aromatica e piuttosto forte con i suoi 9 gradi alcolici. Ottima con il suo gusto fruttato anche per esaltare dolci di pasta frolla, creme, frutta sciroppata o formaggi affumicati.

Scendendo di gradazione, si passa alla BB Ver Blonde con i suoi 6,5 gradi alcolici, ottenuta con l’aggiunta di mosto fresco di uva Vermentino, ottima nell’abbinamento con piatti di pesci grassi arrosto e anguille.

Rimanendo nel campo delle uve Vermentino si passa BB Boom, molto alcolica, con i suoi 9 gradi,  ottenuta con l’aggiunta di mosto cotto che le conferisce un colore fortemente ambrato. Ottima negli accostamenti a piatti carni rosse, pollame e bottarga.

E per concludere il lungo percorso degustativo, la BB10,  con appunto 10 gradi alcolici, la prima delle birre I.G.A. prodotte dal Birrificio Barley e ottenuta con l’aggiunta di mosto cotto di uva Cannonau. Forte, aromatica, intensa e di carattere, si abbina a formaggi stagionati, piatti di carne di cinghiale o cotechino.

Come sottolinea Nicola Perra, sette degli otto vitigni utilizzati per la produzione delle I.G.A. sono forniti dalla Cantina Argiolas di Serdiana.

Nella foto, il Giornalista Enogastronomo Angelo Concas, che in occasione dell’evento UVA a tutta Birra, inaspettatamente si è visto premiare per il lavoro da lui svolto da circa 50 anni a livello internazionale, nel settore dell’enoagroalimentare, della formazione e del giornalismo enogastronomico dalla THAT’S SARDINIA, società sarda di promozione e di valorizzazione del Turismo Enogastronomico Esperienziale,

Ma la giornata non è finita con la degustazione delle birre artigianali ma è proseguita in serata con la presentazione del libro “Borgogna -Storia di grandi vini francesi”, di Francesco Piccat. Quasi un romanzo sul vino Borgogna, una saga di oltre 2000 anni che inizia in epoca preromana con gli scambi commerciali tra Celti e Greci. Passa attraverso la colonizzazione romana, il monachesimo, l’assolutismo, Napoleone. Oggi Francesco Piccat disegna le prospettive future del vino borgognone che ne vedono un’impennata della domanda. Nel libro non manca poi un approfondimento sul territorio e sulle eccellenze gastronomiche locali.

Francesco Piccat si è avvicinato al mondo professionale del vino nel 2015, è referente per la Francia dell’Accademia Internazionale Epulae per cui pubblica articoli e interviste e organizza corsi di degustazione e seminari al Museo del Vino di Parigi e tour gastronomici. Ha conseguito con merito il 3 livello WSET ed è degustatore al Concorso dei Grandi Vini di Francia di Màcon.
Al tavolo dei relatori a far compagnia a Francesco Piccat autore del libro, oltre ad Angelo Concas, direttore del Centro Studi Epulae, l’Enologo Mariano Murru, Presidente dell’Assoenologi Sardegna e consigliere nazionale, nonché eletto da pochissimo tempo, consigliere dell’associazione mondiale enologi. Dopo la presentazione del libro, Murru e Concas si sono congratulati con Piccat per come ha esposto e raccontato al pubblico, in maniera chiara e semplice il suo libro ‘quasi romanzo”, questo grazie alla sua profonda e magistrale conoscenza, non solo del vino di Borgogna, ma anche della storia francese, che gli ha permesso di catturare l’attenzione del pubblico, rendendo ancorpiù gradevole la presentazione, con dei simpatici aneddoti legati al periodo del Ducato di Borgogna.
Piccat. Murru e Concas, si sono trovati anche concordi sulla qualità dei grandi vini di Borgogna, che nonostante gli importanti costi riesce a mantenere salda la posizione sui mercati, mentre la zona di Bordeaux, come altre grandi realtà nel resto del mondo che producono vini rossi di qualità “Italia compresa”, stanno vivendo una forte crisi di richiesta di vini rossi, che ha portato a un grande calo di vendite.

Dopo la presentazione del libro, in collaborazione con Antica Enoteca Cagliaritana, la serata si è conclusa, con una masterclass alla cieca con cinque vini, 4 bianchi e un rosso, di cui il pubblico era a conoscenza della sola annata, la Masterclass condotta dal giornalista enogastronomo Angelo Concas era composta da una verticale di tre annate di IselisNasco di Cagliari D.O.C del 2019, 2020 e 2021 della Cantina Argiolas di Serdiana e, a seguire, due vini di Borgogna, uno Chateau de Prémaux Pinot Noir del 2022  e uno Chablis Domaine de Noelle del 2023. Per degustare attentamente ogni vino, al tavolo era presente l’acqua ipermineralizzata della San Martino, che oltre alla sua bontà ha la capacita di ripulire perfettamente la cavità orale, permettendo così di cogliere ogni piccola sfumatura gustativa di ogni vino preso in esame. Alla fine della masterclass, dove Concas ha voluto coinvolgere il pubblico in una sorta di gioco culturale, chiedendo di esprimersi liberamente, e di dire quali secondo loro erano i bianchi di Borgogna e quali erano i bianchi di Sardegna, ma, anche quali fossero le loro preferenze. Il gioco è piaciuto, ma è piaciuto ancor di più al pubblico, amante del buon vino, scoprire che, quello o quelli da loro preferiti e indicati come Borgogna erano in realtà la verticale di diverse annate di Iselis. In breve, questo gioco enologico, può far comprendere ai consumatori di vino come negli ultimi 20/25 anni la qualità del vino in Sardegna sia cresciuta in maniera esponenziale, questo spesso sfugge ai sardi, ma non sfugge agli importatori di mercati esteri, anche molto lontani, che sono sempre più interessanti ad approvvigionarsi di vini sardi, in quanto, spesso con un ottimo rapporto qualità prezzo riescono più facimente a penetrare il loro mercato. In questo momento c’è una forte crescita di richiesta di vini sardi dai mercati del Sud Est asiatico che, visto i grandi costi di trasporto e di tassazione, sono sempre in cerca di acquistare vini di qualità, che abbiano però anche un ottimo rapporto qualità prezzo. Sarebbe però fondamentale, per le aziende sarde, che sono già penalizzate dal fatto di vivere in un’isola, che venissero aiutatate dalle istituzioni regionali ad abbattere questo grande handycapp, finanziando progetti di promozione, che permettano così alle aziende vinicole sarde di vendere i loro vini all’estero e di far conoscere allo stesso tempo la Sardegna e le sue attrazioni turistiche, così da risanare la forte crisi che sta attanagliando il mondo del vino e dell’agroalimentare sardo.

Nella foto da Sx, Andrea Cherchi, Sommelier relatore della Fis Sardegna, Angelo Concas, Lizzy Meloni, Sommelier Fis, Francesco Piccat, Domitilla Mallus, Sommelier Fis, Mariano Murru, Mauro Mura, Socio Accademico Epulae, Giampiero Concas, segretario nazionale di Epulae .

BORGOGNA. STORIE DI GRANDI VINI FRANCESI

Nella foto da sx, Angelo Concas, Mariano Murru e Francesco Piccat.