La prima definizione di “alimento funzionale” è stata quella di Diplock et al. nel 1999 sul British Journal of Nutrition: “un alimento può essere considerato “funzionale”, se è sufficientemente dimostrata la sua influenza benefica su una o più funzioni del corpo, oltre ad effetti nutrizionali adeguati, tanto da risultare rilevante per uno stato di benessere e di salute o per la riduzione del rischio di malattia. Gli effetti benefici potrebbero consistere sia nel mantenimento che nella promozione di uno stato di benessere o salute e/o in una riduzione del rischio di un processo patologico o di una malattia” (Diplock A.T. ed al – Scientific concepts of functional foods in Europe: Consensus Document – British Journal of Nutrition, 1999, 8: (Suppl. 1), S1-S27). Quindi, sono dei veri propri supplementi alimentari che possiamo assumere allo stato fresco o trasformato per sfruttare le loro proprietà benefiche dovute a delle sostanze presenti nell’alimento, di comprovata attività salutare, documentata in letteratura scientifica.
Oggi mi piacerebbe parlarvi dell’inulina e, dopo una breve ricerca su PubMed, ho trovato una pubblicazione del 2007 (Madrigal L., Sangronis E. – Inulina e derivati come ingredienti chiave negli alimenti funzionali – Arch Latinoam Nutr. 2007 december; 57 (4): 387-96), un lavoro spagnolo, il cui abstract riassume, veramente in estrema sintesi, le caratteristiche chimico-fisiche, le proprietà nutrizionali e tecnologiche. Ecco cosa dice: “L’inulina è un carboidrato non digeribile contenuto in molte verdure, frutta e cereali. Viene prodotto industrialmente dalla radice della cicoria (Cichorium intybus) ed è ampiamente utilizzato come ingrediente negli alimenti funzionali. L’inulina e i suoi composti derivati (oligofruttosio, fruttooligosaccaridi) sono generalmente chiamati fruttani, in quanto sono fondamentalmente basati su catene lineari di fruttosio. Questa recensione presenta una descrizione dell’inulina e dei composti derivati più comuni: struttura chimica, fonti naturali, proprietà fisico-chimiche, funzionalità tecnologica, produzione industriale, metodo analitico per la determinazione e benefici per la salute: prebiotico, fibra alimentare, basso valore calorico, azione ipoglicemica, miglioramento della biodisponibilità di calcio e magnesio. Potenziali benefici: regolazione dei parametri lipidici, riduzione del rischio di cancro al colon e altri, miglioramento della risposta immunitaria, protezione dai disturbi intestinali. Dal punto di vista tecnologico, questi composti mostrano una varietà di proprietà: addensante, emulsionante, gelificante sostituto di zuccheri e grassi, umettante, derivati sono stati utilizzati nell’industria farmaceutica, chimica e di trasformazione come additivi tecnologici ed eccipienti. Sono stati utilizzati anche per l’alimentazione degli animali. Sono stati considerati composti “bioattivi” da proporre come futuro materiale di confezionamento. Si propone di classificare i fruttani come “fibra funzionale”, secondo concetti recenti basati sugli effetti fisiologici sugli individui”.
Un altro lavoro curioso ed interessante, sempre spagnolo, del 2016 (Vargas P. B., Martin M. M., … – Influenza della supplementazione di inulina arricchita di fruttooligosaccaride sul contenuto minerale osseo sulla densità dopo il parto e l’allattamento nei ratti – Nutr. Hosp. 20 settembre 2016; 33 (5): 569, doi: 10.20960/nh 569) ha dimostrato che l’integrazione della dieta materna con l’inulina prebiotica arricchita con oligofruttosio, durante la gravidanza e l’allattamento migliorava il contenuto minerale osseo (BMC) prevenendo la perdita temporanea di minerale osseo materno (BMD), valutati mediante assorbimetria a raggi X (DEXA) e mediante la determinazione del pH del contenuto cecale.
Quali sono i cibi che contengono l’inulina?
• Tuberi: topinambur e scorzonera
• Tartufo bianco
• Piante: agave e tarassaco.
• Verdure: in particolare nei carciofi, nella cipolla, nell’aglio, negli asparagi, nel porro e nel pomodoro.
• Frutta: banane.
• Cereali: frumento, segale, orzo.
Quindi, fedeli al pensiero di Ippocrate: “Fa che il cibo sia la tua medicina e la medicina sia il tuo cibo”, assumere gli alimenti funzionali all’interno di una dieta sana e varia, contribuisce a migliorare il nostro benessere psico-fisico.
Dal punto di vista universitario la mia carriera si potrebbe riassumere in poche parole: farmacista, biologa e nutrizionista . La passione dell’enogastronomia è nata, invece, un po’ prima del periodo universitario. Già dalle superiori, frequentando l’Istituto per Chimici “Michele Giua”, una delle materie di studio era Impianti Chimici ed uno dei docenti, l’allora Direttore della Cantina di Dolianova, ci aveva fatto studiare tutto il processo di produzione del vino, degustazione compresa. È stata una passione nata in quel periodo e che ho inseguito, per un bel po’ di tempo, nei periodi un po’ più liberi dagli studi universitari e di aggiornamento professionale. Finalmente nel 2019 sono diventata Sommelier e nel 2020 Maestro Degustatore Salumi, ma intorno al 2000 ho diretto la produzione alimentare e liquoristica presso un’azienda sarda, occupandomi anche di Ricerca scientifica applicata alla produzione industriale. Con Epulae ho iniziato a scrivere di questo mondo che mi appassiona, cercando di trasmettere non solo l’entusiasmo, ma anche tanti anni di approfondimento e di esperienza pratica.