Di Angelo Concas e Maria Adelaide Trupo
La commissione degli esperti degustatori di Epulae dei “Pezzi da 90 dell’Enologia Italiana” presieduta da Angelo Concas, ha valutato alla cieca con i componenti del panel d’assaggio: Maria Adelaide Trupo, Barbara Loddo, Giuseppe Vizzini, Claudio Lilliu, alcune batterie di vini preparate dal segretario di Epulae Nazionale Giampiero Concas, in queste batterie, erano presenti anche i vini piemontesi dell’azienda agricola Giuseppe Bocchino di Annalisa Bocchino di Canelli nell’astigiano, che sono risultati ai commissari decisamente graditi e quindi premiati con quattro Anfore d’Argento e due Anfore d’Oro di Epulae.
I nostri assaggi e le nostre valutazioni dei vini premiati dell’Azienda Bocchino:
• Sorì dei Fiori – Moscato d’Asti DOCG Canelli Vendemmia 2020 – 5,5% Vol – Voto 93/100 Anfora d’Argento.
Sori’ dei Fiori si concede alla vista di un bel colore oro giallo lucido e brillante e con un perlage fine e persistente.
All’analisi olfattiva l’aromaticità tipica dell’uva moscato è totalmente presente e rimarca i classici sentori netti del frutto, tra cui spiccano nettissime le note di salvia sclarea e quelle più sfumate di basilico e mentuccia. Sorì dei fiori regala inoltre, profumi di frutta a polpa gialla e di piccoli fiori di campo bianchi e gialli.
In bocca, il sorso entra pieno, deciso, piacevolmente dolce e per niente stucchevole, in quanto la buona spalla acida fa emergere subito una nota sbarazzina che regala freschezza, sapidità, mineralità e salinità che va poi in perfetta fusione con la morbidezza e la vellutatezza di Sorì dei Fiori.
All’analisi gusto-olfattiva, grande corrispondenza di tutte le fragranze percepite al naso, che si arricchiscono ancor più di gradevoli note di aroma di miele d’acacia e di legnetto di rosa.
Sori’ dei Fiori chiude con un finale di bocca decisamente lungo e piacevole, ma soprattutto ricco di aromaticità.
• Cadicarassa – Cortese dell’Alto Monferrato DOC Vendemmia 2019 – 13% Vol – voto 92/100 Anfora d’Argento.
Cadicarassa si presenta alla vista di un bel colore giallo oro chiaro e lucido.
Al naso, il corredo olfattivo è complesso ed elegante e regala infatti, un’ampiezza di note che con l’ossigenazione ricordano i profumi di frutta a polpa bianca e di fiori gialli di campo e di vari richiami speziati, tra cui spicca il profumo di (macis) la piccola rete che riveste la noce moscata fresca, che viene essiccata a parte e utilizzata in cucina come spezia nobile per esaltare diverse pietanze. Il macis viene utilizzato come ingrediente anche per alcune produzioni dell’arte norcina.
In bocca, il sorso si offre pieno, secco, caldo e morbido, accompagnato da una piacevole freschezza, sapidità e mineralità. Grande la corrispondenza gusto-olfattiva, che lascia a sorso deglutito un finale di bocca decisamente lungo, persistente e arricchito anche da una lieve e gradevole salinità.
• Elyà – Chardonnay Piemonte DOC Vendemmia 2020 13,5% Vol – Voto 93,5 Anfora d’Argento.
Elyà si offre alla vista limpido e con un bel colore giallo paglia intenso.
All’analisi olfattiva, si concede intenso e persistente con gradevoli profumi erbacei seguiti da richiami di fiori bianchi di gelsomino e di ginestra, che si vanno a incorniciare a fragranze di frutta fresca a polpa bianca, tra cui spiccano la pera, la banana non troppo matura, la mela pink lady e il melone verde invernale.
In bocca, il sorso si concede decisamente pieno, generoso, sapido, fresco, morbido e lievemente minerale. Alla gusto-olfattiva, piena riconferma di tutte le note percepite al naso. Il fin di bocca, è lungo e persistente e regala anche un piacevole pizzicorio che solletica tutta la cavità orale.
• L’Aurelio – Nebbiolo d’Alba DOC Vendemmia 2018 – 14,5% Vol – Voto 92/100 Anfora d’Argento.
L’Aurelio si presenta di colore rosso granata di media intensità e con sfumatura che virano al rame leggermente bruno.
Al naso, ricorda i profumi delle ciliegie sotto spirito, della confettura di piccoli frutti di bosco rossi e neri, di fiori rossi leggermente appassiti, di erbe officinali essiccate e di gradevoli sentori di fogliame del sottobosco. Con una leggera ossigenazione nel calice, il vino si arricchisce di note balsamiche che sollecitano piacevolmente la mucosa olfattiva.
L’ingresso in bocca, è secco, strutturato, generoso d’alcol ma ben supportato da una buona spalla acida che regala sapidità e freschezza al sorso. I tannini sono ben distesi e hanno una trama quasi vellutata. L’analisi gusto-olfattiva, riconferma tutte le fragranze percepite in precedenza al naso. Il fin di bocca, è pulito, asciutto e di lunga persistenza.
• Blincin – Barbera d’Asti Superiore DOCG Vendemmia 2017 – 15,5% Vol – Voto 97/100 Anfora d’Oro.
Blincin si propone alla vista limpido e con un bellissimo colore rosso purpureo intenso, vivido e quasi impenetrabile.
Al naso si offre generosamente intenso e balsamico, con netti riconoscimenti di note di inchiostro di china che si fondono in armonia alle ricche fragranze di ciliegie marasche mature, di more rosse e nere di gelso, di ribes e di mirtilli. Con una leggera ossigenazione del vino nel calice il corredo olfattivo si completa di sentori di caffè tostato, di cioccolato extra fondente e di sfumature che rammentano i chiodi di garofano, la noce moscata, la cannella e il pepe nero.
L’ingresso in bocca è potente ed avvolgente, il sorso si concede generosamente caldo e succoso, ricco di sapidità e di freschezza, i tannini sono decisamente eleganti e setosi. Un vino verticale e ricco di mineralità, sicuramente proiettato verso una lunga e serena longevità. Un Barbera di grande struttura ed eleganza che nell’analisi gusto-olfattiva ha riconfermato amplificate tutte le fragranze percepite al naso. Blincin chiude “si fa per dire” con una lunghezza gustativa decisamente lunghissima e di grande persistenza aromatica.
• DUE Lù – Nizza DOCG Vendemmia 2017 – 15% Vol – Voto 97/100 Anfora d’Oro
DUE Lù si presenta alla vista con uno splendido color rosso purpureo intenso e vivido.
Al naso, si offre ricco di note balsamiche inchiostrate ma anche piacevolmente mentolate che si accompagnano a profumi di fiori e piccoli frutti entrambi rossi, seguiti da note di cioccolato fondente, di tabacco biondo e di sentori di spezie orientali che vengono accolte da una piacevole fragranza vanigliata conferitagli dal sapiente uso sinergico delle barrique e delle botti da 2.500 litri di rovere francese.
In bocca, il sorso entra pieno, caldo morbido, vellutato, deliziosamente succoso e quasi masticabile, tanto da far rammentare la sensazione di aver mangiato delle ciliegie marasche belle croccanti. La generosità alcolica è mitigata da una spalla acida che rendono DUE Lù sapido, fresco e ricco di mineralità; elementi che regalano una copiosa salivazione e un gradevole nota piccante percepibile in tutta la cavità orale. Grande corrispondenza gusto-olfattiva. Il fin di bocca, è elegantissimo ed estremamente lungo e ricco di grande persistenza aromatica.
Per far conoscere ai nostri lettori di Epulae News in maniera un po’ più approfondita l’azienda Bocchino, abbiamo chiesto ad Annalisa Bocchino di raccontarcela:
La nostra azienda Agricola ha radici antiche che traggono alimento dalla sapiente tradizione enologica di quest’angolo di Piemonte e dalla passione di uomini da sempre innamorati del proprio lavoro. A metà ottocento, un avo della nostra famiglia di nome Felice già esportava il vino in America in piccole botti caricate su navi.
Molti fratelli componevano la famiglia e questo ha provocato la continua suddivisione dell’azienda. Ma a tramandare questa passione sono stati i nostri nonni, Aurelio e Liggia che presero le redini dell’attività negli anni 30 del Novecento. È a loro che dobbiamo l’enorme dono di considerare il nostro lavoro più che una fatica un privilegio.
Oggi a condurre l’azienda ci sono i nostri genitori, Beppe e Maria, che rappresentano un validissimo supporto nelle cantine e nei vigneti. Di curare la gestione e la promozione me ne occupo io, che sono laureata in economia, mentre mio fratello Daniele, enotecnico, si occupa della cantina insieme a nostro padre.
La filosofia della nostra azienda è la fedeltà alla tradizione con un occhio all’innovazione. Tradizione intesa come bagaglio culturale maturato dalle esperienze del passato e innovazione intesa come volontà di sperimentare nuove tecniche di vinificazione ed utilizzare ciò che la tecnologia odierna offre. Nella coltivazione dei vigneti non utilizziamo diserbi o altri prodotti che possano danneggiare l’equilibrio ambientale. Inoltre, la quantità di solfiti presenti nei vini è minima e rientra nei parametri previsti dal biologico.
Nel nostro territorio incantevole tra le Langhe ed il Monferrato che l’Unesco ha definito “Testimonianza vivente della tradizione storica della coltivazione della vite” nascono i nostri vini, dalla uve ottenute dai vigneti posti a dimora dalla nostra azienda vitivinicola nei quattordici ettari siti al confine tra le Langhe e il Monferrato, che vanno a coprire le colline tra la zona di Canelli (famosa per il Moscato d’Asti Canelli) e la zona del Nizza (famosa per il suo Barbera d’Asti).
Le Langhe sono colline più aspre, più dolci sono invece quelle del Monferrato: due paesaggi diversi, ma entrambi ricchi di filari ordinati e curati dove è ben radicata la civiltà contadina che, oltre a produrre ottimo vino, trasmette anche la cultura del buon bere e del buon mangiare in tutto il mondo. I vigneti situati a Canelli (per la maggior parte “Sorì”,cioè terre esposte a sud, sud-ovest) sono i più indicati per la coltivazione delle uve a bacca bianca (in particolare il Moscato), mentre i vigneti situati a Moasca (zona del Nizza Barbera) sono ideali per le uve a bacca rossa. Il sistema di allevamento dei nostri vigneti è a “Guyot” e sono tutti coltivati rigorosamente a mano.
Il nostro Moscato d’Asti è il “Sorì dei Fiori”: “Sorì” vigneti esposti al sole tutto il giorno e “fiori” perché nei vigneti crescono molti fiori. Come ho già detto prima non utilizziamo nessun diserbo e questo permette la nascita di ogni specie di fiori nei filari.
Il nostro Barbera d’Asti Superiore” è il “Blincin”. Vino regale, sontuoso profondo, da sorseggiare nelle sere invernali a dissolvere il gelo, davanti a buone cene e in compagnia di ottimi amici. Ma anche nettare da gustare da soli immersi in percorsi meditativi, magari dall’armonia di una musica avvolgente. Un vino sfarzoso ed evocativo già introdotto a questo suo essere dal nome che ha un percorso di leggenda. Era infatti Blincin, l’avo ottocentesco della nostra famiglia Bocchino, un uomo allegro e buono, amante dei gioiosi conviviali e cultore dell’ottimo vino. Tanto era grande la sua simpatia e le sua fama che il popolo di Canelli lo elesse maschera carnevalesca della città. Solo un vino coinvolgente e prezioso, ricavato da vigne vecchie (di circa 70 anni), poteva essere dedicato a “Blincin” principe del buon bere.
La nostra filosofia è quella di produrre vini che siano la massima espressione del territorio e di rispettare le nostre terre (noi su queste colline ci viviamo) e la tipicità dei nostri prodotti: questo è ciò in cui ha sempre creduto la nostra famiglia e che noi giovani vogliamo portare avanti per svolgere una della più appassionanti e difficili professioni.
Agricola Giuseppe Bocchino
di Annalisa Bocchino
Reg. Santa Libera, 43
14053 Canelli (AT) – Italia
Tel. (+39) 0141 831144
Mob. (+39) 349 2229503
[email protected]
www.vinibocchino.it
Direttore Responsabile
Nell’ottobre del 2006 nasce a Bracciano con sede legale in Roma “ Epulae Accademia Enogastronomica Internazionale” e con essa Epulae News il nostro giornale quotidiano online.
Epulae nel 2009 come previsto per legge sposta la sede legale a Cagliari in quanto viene riconosciuta dalla Repubblica Italiana con DPR 361/2000 e iscritta in data 22 giugno 2009 nel registro delle persone giuridiche negli uffici del Governo della Prefettura di Cagliari.
L’associazione Epulae è stata costituita allo scopo di promuovere i prodotti più veri, diffondere la cultura enogastronomica e difendere così i prodotti più tipici della nostra agricoltura, sempre più a rischio di estinzione, in quanto minacciata dai prodotti massificati, geneticamente modificati e per questo economicamente più vantaggiosi.
Lavorare per la qualità costa fatica e denaro, ma la passione per l’enogastronomia e per la nostra cultura ci sostiene e speriamo sostenga i tanti produttori e chef che hanno scelto questa strada.
E’ proprio in questo mondo sempre più globale che l’attenzione per il “particolare”, il piccolo, il territorio diventa importante, soprattutto per difendere e far conoscere le identità locali, fonti insostituibili di crescita culturale.
Qualcuno potrà pensare che ci siano anche troppe associazioni che operano in questo settore, ma Epulae non è nata per mettersi in competizione con le altre, è più una variante nuova del classico concetto di associazione, è un grande ombrello sotto il quale trovano casa tante sezioni ognuna dedicata ad un settore specifico del grande mondo dell’enogastronomia. Esperti di vino, birra, distillati, acque minerali, miele, olio, salumi, formaggi, caffè, specialisti in scienze dell’alimentazione, chef, pizzaioli, maestri dell’arte bianca, pasticcieri, gelatieri, ecc., hanno all’interno di Epulae il proprio spazio d’incontro e di confronto, uno spazio che si espande e diventa un grande crogiuolo culturale dove le esperienze di ognuno e dei vari gruppi si fondono in un movimento unico di sostegno e di divulgazione della cultura enogastronomica. Epulae è il nome latino che identifica i cibi. E proprio nell’antica Roma, in occasione di feste religiose, ad alcuni cittadini romani veniva riconosciuto il diritto di banchettare pubblicamente in tavole imbandite dei migliori cibi e bevande, sotto la guida di un collegio sacerdotale.
Proprio come allora, anche oggi, nella nostra associazione ci avventuriamo alla scoperta dei cibi e delle bevande della nostra terra, sotto la guida dei maestri di Epulae, per conoscere, imparare e cogliere gli aspetti sensoriali e culturali dei cibi. Anche il simbolo della nostra associazione racchiude, in una visione artistica, i concetti cari ai soci fondatori ed ai nostri membri. L’anfora romana, recipiente per il trasporto delle derrate alimentari e del vino, viaggiava sulle navi per giungere alle tavole dei nobili commensali, portando con loro un carico di novità, cultura ed esotismo dal luogo di produzione alle tavole di Roma. Un modo per scambiare saperi e sapori e per unire sulle tavole i quattro angoli dell’Impero. Ed è sopra l’anfora, per i romani simbolo del corpo contenitore dell’anima, che si disegnano le onde del Mare Nostrum, il Mediterraneo, grande via di comunicazione del mondo antico e che ancora oggi rappresenta il luogo d’incontro di mondi e culture diverse, che sulle sue sponde si affacciano, si confrontano e si fondono. Ed è nelle terre che si affacciano sul Mediterraneo che sono venute a contatto le culture del mondo antico, luoghi di incontro dove sono nate tradizioni enogastronomiche uniche e spettacolari, fusione di gusti e di sapori che sulla tavola raccontano storie di scontri ed incontri tra il nord ed il sud del Mediterraneo.
Percorrendo lo stivale dal sud al nord, si scopre una tradizione enogastronomica ricca di sapori, elaborata ed arricchita nei millenni dai popoli che hanno attraversato l’Italia. Profumi e sapori che si incontrano e si fondono, dagli appennini alle alpi, raccontando storie e sapori di culture diverse. L’associazione è nata quindi con lo scopo di promuovere e diffondere la cultura alimentare, enologica, gastronomica e dell’analisi sensoriale attraverso attività di promozione, formazione, editoriali e turistiche.
L’associazione è presente con delegazioni o referenti nel Lazio, Veneto, Sardegna, Sicilia, Puglia, Calabria, Lombardia, Liguria, Piemonte, Toscana, Umbria e sedi estere negli Stati Uniti, Argentina, Nuova Zelanda Australia, Canada, Svizzera, Danimarca, Francia e Giappone. L’associazione opera suddivisa in sezioni, ognuna delle quali raggruppa uniformemente per competenze gli iscritti. Sommelier-enogastronomi, giornalisti di enogastronomia, analisti sensoriali degli alimenti, esperti degustatori, esperti in scienze dell’alimentazione, esperti in storia dell’alimentazione, chef in progress, rural chef pizzaioli, panettieri, pasticcieri, cioccolatieri, gelatieri e barman, che opereranno nelle proprie sezioni, per fare attività di promozione e formazione, organizzando corsi grazie ai quali i nostri associati potranno contare su opportunità di formazione continua, ampliare il proprio bagaglio di competenze, confrontarsi con i colleghi e acquisire attestati di qualificazione che ne certifichino le competenze teorico-pratiche.
Con questo spirito è nata anche Epulae News “Wine and Food Magazine”, la testata giornalistica online, anche organo d’informazione dell’associazione, attraverso la quale vengono promosse le attività, i corsi di formazione e le iniziative messe in campo dai nostri associati. Il giornale online sarà anche il luogo dove le varie delegazioni potranno promuovere le proprie attività, il territorio ed i prodotti locali. Uno spazio dove i soci potranno parlare delle proprie esperienze, suggerire iniziative e promuovere aspetti particolari della cultura enogastronomica, ma aperto anche ai lettori occasionali che vorranno inviarci il proprio contributo.