La strada che da Parigi porta in Champagne è un susseguirsi di curve e memoriali militari. La Marna, fiume che la incrocia molte volte, è sacra ai francesi: nel lontano 1914 li aiutò a compiere un vero e proprio miracolo, bloccando la fulminea avanzata tedesca verso Parigi.
La Champagne, che vuol dire proprio campagna in francese, è infatti la campagna della capitale, da secoli legata politicamente, commercialmente (grazie alle sue famosissime fiere medievali) ed economicamente alla monarchia prima e alla repubblica poi. Direi piuttosto alla Monarchia, dato che nella sontuosa cattedrale di Reims sono stati incoronati ben 33 successori di Clodoveo e San Luigi. Naturalmente, il vino di questa terra risente di questa pesante eredità, e deve essere per forza maestoso e festivo allo stesso tempo.
I terroir di questa regione però sono diversi tra loro, e generalmente si dividono in 5 sottoregioni: la Valle della Marna, la Montagna di Reims, la Costa dei bianchi, la Costa dei Bar e la Costa di Sezanne. Lasciando da parte i marchi più blasonati e conosciuti, è interessante scoprire le produzioni più piccole, specialmente quelle dei cosiddetti récoltant-manipulant, che seguono sia la viticoltura sia la vinificazione, dalla vigna all’imbottigliamento.
Una di questi è Sévérine Launois, distinta signora che gestisce egregiamente la maison di famiglia, fondata a Mesnil-sur-Oger nel lontano 1872. La cittadina si trova nel mezzo della Costa dei Bianchi, a pochi chilometri a sud di Epernay, ed è classificata interamente come Grand Cru. La ragione di tale eccellenza è da trovarsi nel suolo e nell’esposizione perfetta. A pochissimi centimetri dalla superficie il suolo presenta uno spesso strato di gesso che conferisce al Chardonnay una mineralità e una finezza senza pari. Se a ciò si aggiunge un prolungato invecchiamento sui lieviti, si capisce perché il suo Champagne Cuvée Réserve (Grand Cru) è realmente senza pari. Al naso sentori di brioche si scontrano con fiori bianchi primaverili e un agrumato mediterraneo. Sembra di stare a Capri, a Ortisei e in una boulangerie parigina allo stesso tempo. Il prezzo poi, 22 euro a bottiglia. Eccellenza assoluta. La versione Dorine invece è più intensa, più prolungata e i frutti diventano più gialli. Champagne Launois Père et FIls 1872.
Sévérine Launois
Proseguendo oltre Epernay troviamo la Valle della Marna, territorio di predilezione del Pinot Meunier ma che non impedisce al Pinot Nero e allo Chardonnay di esprimere tutto il potenziale. Ci accoglie a Dizy, villaggio interamente denominato Premier Cru, Achim Wölfle della Maison Champagne Guy BRUNOT. Tedesco innamorato della Francia, e della proprietaria del domaine, è da oltre 20 anni che dirige la sua passione per produrre un prodotto di estrema qualità. Ci racconta che effettua personalmente, manualmente e quotidianamente il remuage delle bottiglie più importanti. Il suo Champagne Cuvée Grande Réserve è un inno ai frutti a polpa gialla che cadono in una brioche generosa di burro. Qui non c’è mineralità, c’è passione. Un ottimo Premier Cru a 16 euro a bottiglia. 16 euro a bottiglia, da far vergognare più d’un rivenditore italiano. Champagne Guy Brunot.
Achim Wölfle
Infine, la strada che attraversa la montagna di Reims attraversa una bellissima foresta che poco a poco cede lo spazio di nuovo ai vigneti. Sacy è una cittadina che guarda proprio verso Reims, e per la particolarità del suo suolo è anch’essa denominata interamente Premier Cru. Amandine Damien gestisce, con il fratello, la maison Champagne Damien-Buffet che ha una grande particolarità: lo zucchero. Come diceva suo nonno, ci confida, uno Champagne senza zucchero è come un piatto senza sale. E, seguendo la tradizione della famiglia, nel liqueur d’expédition non lesina il nettare dolce, spingendo i suoi brut ai limiti del consentito. Il risultato è quello di un gran champagne generoso e opulento, con frutti quasi tropicali che lottano con l’onnipresente boulangerie. DI grande interesse sono le sue bottiglie monovitigno. Chardonnay, Pinot Nero e Pinot Meunier, poco sopra i 30 euro. Champagne Damien-Buffet.
Amandine Damien
Photo Credit di Lisa Izvozchikova
https://www.izvozchikova.com/
Francesco Piccat, nato a Saluzzo nel 1991. Vive e lavora a Parigi. È un esperto conoscitore e degustatore dei vini francesi. Ha ottenuto la menzione distinzione al WSET 3.