Crisi del vino rosso, cambiamenti climatici e nuovi mercati al Cannonau Likeness International

di Gianfranco Quartu

Seconda giornata del Cannonau Likeness International a Cagliari negli spazi di Sa Manifattura che hanno ospitato nel corso dell’intera giornata di sabato 26 ottobre due talk, un convegno internazionale al mattino e cinque masterclass al pomeriggio.

Ad aprire i lavori il benvenuto degli organizzatori della manifestazione, Davide Gangi fondatore di Vinoway Italia, Mariano Murru presidente Assoenologi Sardegna e Angelo Concas presidente nazionale dell’Accademia Epulae.

A seguire i saluti e auguri di buon lavoro della consigliera comunale Marzia Cilloccu a nome dell’Amministrazione comunale, quelli di Riccardo Cotarella presidente nazionale Assoenologi e di Elena Lai di Sardegna Ricerche.

Nel primo dei due talk è stato presentato il Progetto Young Wine Engagement Index, con gli interventi di Vincenzo Russo, docente di Neuromarketing della IULM di Milano, Mariano Murru, Stevie Kim managing partner di Italian Wine Podcast, Elena Lai di Sardegna Ricerche, moderati da Davide Gangi.

L’ambizioso progetto nasce con l’intento di coinvolgere molti giovani “per comprendere – afferma Vincenzo Russo – il loro rapporto con il vino, come considerano il prodotto, che rapporto hanno con esso e con le diverse modalità di consumo. L’indice di penetrazione tra i giovani è particolarmente basso e nasce l’esigenza di verificare quali siano le cause, sia attraverso le tecniche classiche della ricerca di marketing che attraverso le più moderne e innovative come quelle del neuromarketing”.

Queste sono tecniche di psicologia clinica che tendono a misurare attraverso stimoli sensoriali le risposte prodotte dal nostro cervello che generano poi impulsi e comportamenti conseguenti. Osservazioni e registrazione di stimolazioni su un campione di circa 900 giovani. Si chiederanno le loro opinioni sul mondo del vino, in particolare sul vino rosso che vive un momento di criticità.

Si rifletterà sulle opinioni espresse per passare poi alla misurazione delle emozioni.

Poi una ricerca sul campo, in collaborazione con diverse cantine per il coinvolgimento dei ragazzi, anche sul ruolo delle etichette e della loro lettura, individuando, all’interno dei tempi di lettura di un’etichetta da parte del consumatore che viene stimata dai 4 ai 20 secondi, dei criteri fondamentali. A iniziare dall’elemento cromatico, con la rilevazione di quelle discrasie che il cervello rifiuta, come colori e forme contrastanti. Il branding che può essere troppo evidente e troppo dispersivo. La descrizione contenuta in etichetta, dal contenuto alcolico, alle modalità di servizio, agli abbinamenti. La qualità del design e la necessità di seguire il trend. L’obiettivo sarà quello di creare un vademecum con indicazioni sulle diverse forme di comunicazione da adattare al contesto.

“E’ un progetto ambizioso – rimarca Mariano Murru – che ci aiuterà a superare le difficoltà legate alla comprensione di quali tipologie di prodotti possano essere più apprezzate dai giovani e come i vini rossi, in particolare il cannonau che si presta a vinificazioni differenti, che vanno dagli spumanti, ai rosati, ai rossi strutturati ed ai passiti.

Alcuni di questi possono andare incontro ai gusti del mondo giovanile anche attraverso le nuove modalità di consumo sociale come gli aperitivi. 

A rimarcare l’importanza della ricerca è intervenuta Elena Lai, che ha sottolineato come Sardegna Ricerca segua da tempo e con grande interesse questa tipologia di progetti che potranno offrire alle aziende sarde importanti indicazioni di mercato. “Risultati che – sottolinea Elena Lai – saranno resi disponibili in modo da consentire a queste aziende di lavorare insieme, congiuntamente, per costruire reti e connessioni”.

A conclusione dell’incontro Stevie Kim, a cui è attribuita la supervisione del progetto, ha rimarcato come il problema della comunicazione con i giovani sia un problema mondiale e come l’importante sia determinare se certi fenomeni di consumo siano mode passeggere o sottendano a vere e proprie tendenze di cambiamento e modifica dei consumi. “Quello che speriamo di ottenere con questo studio è far innamorare i giovani del mondo del vino ed il suo consumo responsabile. Dobbiamo imparare a parlare un’altra lingua”.

Il secondo talk della mattinata ha riguardato il cambiamento climatico e come questo influisca sulla produzione vitivinicola.

“La prima presenza del Cannonau in Sardegna – afferma Gianni Lovicu di Agris – è testimoniata in atti risalenti al 1594. In questo vasto lasso di tempo il Cannonau ha attraversato e resistito a diversi cambiamenti climatici, dimostrando una grande adattabilità e resilienza. Una adattabilità al terreno e una resistenza ai patogeni”

E sempre partendo da questa capacità di adattamento del vitigno, Andrea Porceddu, docente dell’Università di Sassari, pone l’attenzione sulla “grande variabilità annuale delle produzioni che dovranno portare a sviluppare nuove tecniche in viticoltura. Ogni annata è differente, e solo la ricerca e l’esperienza potranno contenere gli effetti negativi della modificazione del clima”.

“E’ necessario porsi con un atteggiamento critico ma non catastrofico – ha proseguito sulla stessa linea Luca Mercenaro docente della Facoltà di Agraria dell’Università di Sassari –  è necessario partire dalla plasticità delle piante”.

Studio dunque di nuove tecniche agronomiche, studio della genetica delle piante con l’individuazione di nuovi patogeni, studio di biotipi diversi di cannonau e basi genetiche. Modifica del fenotipo delle piante per una modifica del carattere, del DNA, con geni che si esprimono a seconda delle modifiche dell’ambiente. L’interazione tra ambienti cellulari delle piante e ambienti cellulari esterni.

“Attingere dunque alla differenziazione genetica per sviluppare adattabilità, con caratteri – conclude Mercenaro – che diventano poi ereditabili per rendere più forte e resiliente la pianta”.

In conclusione di mattinata, il Convegno Internazionale su “Crisi del vino rosso: il cannonau potrà essere il vino del futuro?”, moderato da Davide Gangi, dove si è cercato di contribuire a fornire una risposta attraverso le opinioni dei diversi relatori. Pierluigi Zama, vice presidente nazionale Assoenologi, Yves Zier, co-fondatore e direttore del Concorso Internazionale Grenaches du Monde, Michel Blanc, direttore del Consorzio Chateaneuf-du-Pape, Aldo Buiani direttore del Distretto Biologico Sardegna Bio, Christian Scrinzi direttore generale di Collis Veneto Wine Group e poi Charlie Arturaola, sommelier e comunicatore di fama internazionale, che ha inviato un video messaggio, e Mario Mereu, presidente del Consorzio di tutela del Cannonau di Sardegna DOC, che ha inviato una lettera di buon lavoro ai partecipanti.

Esempi di grandi esperienze e grandi produzioni come quelle del Chatenaeuf-du-Pape con i suoi 12 milioni di bottiglie, una produzione orientata per il 92% al rosso ed il restante 8% al bianco – evidenzia Michel Blanc – esportata in gran parte negli Stati Uniti, Inghilterra e Nord Europa.

“C’è una consapevolezza diffusa del calo dei consumi di vino rosso – afferma Pierluigi Zama – e si affaccia la necessità di una maggiore attenzione a quel diffuso atteggiamento salutistico, con un consumatore attento anche al contenuto alcolico. Si renderà necessario dunque intervenire sui contenuti di zuccherina, renderli più bassi per vini meno alcolici. Non meno importante l’aspetto identitario, il cannonau è uno stile come altri grandi vini italiani. I Cannonau rappresentano il vino rosso del futuro nel mondo ma è necessario avvicinarsi ai giovani. Tra i giovani al di sotto dei 30 anni è solo un 20% che beve vino”.

E un’attenzione particolare va al settore biologico. “Il settore bio – sostiene Aldo Buiani – è un trend del mercato molto interessante all’estero. E’ certificato e sostenibile. I giovani sono attirati dall’idea green, dal consumo di meno suolo, meno acqua e meno anticrittogamici”. Bisogna fare sempre di piu una comunicazione mirata per far conoscere la qualità e il valore dell’agroalimentare BIO, per questo motivo il Distretto Bio Sardegna e la Rete Nazionale dei Distretti Biologici d’Italia, ha creato BIO IN TOUR, un evento itinerante in 10 tappe, con convegni di spessore e masterclass che ha già toccato sei regioni italiane, ottenendo dei risultati veramente ragguardevoli.

E poi ancora il contributo di Stevie Kim, managing partner di Vinitaly e fondatrice di Italian Wine Podcast, che ha suggerito qualche accorgimento: “per rendere più accattivante il vino, dalla temperatura di servizio per una più piacevole sensazione di freschezza come quella trasmessa dai vini bianchi. Alcuni accorgimenti forse potranno far storcere il naso agli esperti del settore ma adeguarsi a tendenze e modalità di consumo differenti può essere una delle soluzioni. E poi l’utilizzo degli strumenti offerti dai social media, veicolo principe di informazione dei giovani, come TikTok. Speriamo che la ricerca che stiamo portando avanti ci possa fornire risposte più adeguate”.