
Il vibrante quartiere artistico di Las Vegas chiamato Art District insieme a Downtown è un punto di interesse per chi visita la città e vuol conoscere qualcosa di diverso dai noti splendori dei resort-casinò dello Strip: vi si trovano numerose piccole o piccolissime gallerie d’arte, talvolta un stanza appena in un complesso veteroindustriale trasformato, dove gli appassionati e gli intenditori possono fare buoni affari. Nella vicina Main Street si trova una sfilata di ristorantini frequentati molto a ora di pranzo anche dagli abitanti locali o da chi lavora nelle vicinanze.



Un indirizzo di cucina italiana attende i turisti più curiosi che, visti i prezzi decisamente più bassi rispetto ai ristoranti all’interno dei grandi resort sullo Strip, trovano conveniente fare due corse in auto da pochi dollari per andare e venire dal centro e assaggiare qui una buona cucina italiana con pizze fatte bene e pane buono, cosa abbastanza rara in America.
Esther’s Kitchen è il frutto della passione e della sinergia di un team di imprenditori con l’executive chef Sean O’Hara originario del Michigan e lo chef James Trees di Las Vegas. Il nome del ristorante, la cucina di Esther, è un omaggio affettuoso alla zia dello chef, la donna che ha ispirato e sostenuto la sua carriera culinaria. Proprio grazie a lei James ha sviluppato una profonda passione per la cucina italiana, un’eredità che vive e respira in ogni piatto e che alimenta con viaggi in Italia appena ne ha l’occasione.



Accolti da grande un grande forno per le pizze e cucina a vista e circondati da camerieri molto attivi, l’ambiente di Esther’s Kitchen è caldo e accogliente con un design che coniuga elementi rustici all’interno di un vecchio capannone industriale. Le pareti in legno e i dettagli in metallo creano un’atmosfera confortevole e rilassata, dove stare bene per un pranzo veloce, per una cena romantica o una serata tra amici. A ora di pranzo il locale è affollato, allegro, un po’ rumoroso, con musica di sottofondo coperta spesso dal chiacchierio dei presenti.


Il menù proposto è un viaggio attraverso i sapori dell’Italia, focalizzato però sui prodotti di stagione della costa occidentale degli Stati Uniti. Gli ingredienti freschi e genuini sono lavorati con maestria, dando vita a piatti che esaltano sapori autentici. Dai classici della pasta fatta in casa ai secondi di carne e pesce cucinati sul momento ogni portata è un’esperienza da assaporare. Si comincia con un’interessante lista di cocktail, alcolici e analcolici, seguita da vini al bicchiere o in bottiglia: sono vini italiani e francesi, bollicine, bianchi, rossi e rosati. Si possono scegliere, tra gli altri, il Lambrusco, l’Orvieto classico, il Montepulciano d’Abruzzo, il Rosso di Montalcino, con prezzi per la bottiglia molto contenuti rispetto alla media degli Stati Uniti, come ad esempio due vini campani, l’Aglianico e la Falanghina di Villa Matilde. Chi ci tiene, trova però anche bottiglie molto costose, dal Brunello di Montalcino al Sassicaia, dal Barolo al Montefalco Sagrantino, e infine un grande Amarone della Valpolicella della cantina Masi.

Passando ai piatti, si comincia con le insalate: con cavolo nero romano, pecorino e uvetta e pinoli; con pere, radicchio, nocciole e formaggio; con tonno all’olio, aglio e fagiolini e la classica insalata di Cesare. CI sono diversi sandwich con mortadella, formaggio e pesto; poi polpette con pomodoro, sesamo, ricotta e provolone; piatti di salumi e formaggi all’italiana; pollo tandoori; arrosto con provolone e broccoli; manzo alla Chicago con giardiniera; consommé di manzo. Tra le paste: gli spaghetti al pomodoro, gli spaghetti alla chitarra; le mafalde all’amatriciana; i rigatoni alla carbonara; la chitarra cacio e pepe e un inusuale piatto di “radiatori” al limone. Come portate principali si possono scegliere il mezzo pollo grigliato con patate, pomodoro arrosto e funghi; il branzino pescato alla griglia con contorno di insalata di farro e marmellata piccante di pomodori; ma anche numerose pizze, alcune classiche come margherita, funghi, diavola, altre più creative come salsiccia e mele oppure confit d’oca.
La lista dei dessert è breve e comprende dolci classici italiani rivisitati all’americana: una panna cotta alla vaniglia con fragole, basilico e una goccia di aceto balsamico; un dolce al cioccolato con gianduia cremoso, noci, e gelato all’olio di oliva; una pavlova al tiramisù; e infine un budino con caramello al burro e whisky, miele e crema chantilly.
Esther’s Kitchen
1131 S Main Street, Las Vegas(USA)
Tel. 001 702 5707864
E-mail: [email protected]
www.estherslv.com

Leonardo Felician, triestino, giornalista da 40 anni, è uno dei massimi esperti di hotellerie in Italia e scrive anche di enogastronomia e di Food&Beverage. Ha pubblicato più di 6000 articoli su dozzine di testate nazionali, sia web sia su carta. Da 10 anni è uno dei principali contributori di Epulae News con più di 900 articoli pubblicati.