È un periodo che, tra le altre cose, mi sto appassionando ai funghi medicinali per le loro proprietà saluotari. La Micologia ha origini molto antiche, veramente molto antiche, così tanto che anche gli abitanti del Neolitico si curavano coi funghi medicinali: infatti nel settembre del 1991, alcuni scalatori delle Alpi Tirolesi trovarono una mummia di circa 5300 anni, che chiamarono “The Iceman”. Trovarono, inoltre, una sorta di kit medicinale costituito da “Piptoporus betulinus”, un fungo dalle proprietà vermifughe e antibiotiche con una massa lanuginosa attenuta dal fungo “Fomes fomentarius”. Nell’organismo della mummia sono stati ritrovati dei parassiti intestinali.
Ma anche nella Cina Antica si ha notizia dell’uso di funghi medicinali sotto forma di thè e decotti, come tonico, per aumentare la concentrazione ed aumentare anche … la vita. Traccia del loro uso in Cina è stata riportata anche in una Materia Medica del 250 a.C.
Nella Medicina Occidentale l’uso è molto più recente, intorno agli anni 60 del secolo scorso, però, devo dire che sta conoscendo, anche in Europa, una grande diffusione.
Riporto di seguito un articolo che ne riassume le proprietà (https://www.naturopataonline.org/salute/cure-naturali/funghi-medicinali-10-proprieta-e-benefici/):
“Micoterapia e funghi medicinali
La maggior parte delle informazioni sull’uso dei funghi medicinali proviene dall’antica Cina; le prime notizie sull’uso di questi rimedi, nell’ambito della Medicina Cinese, le troviamo nel trattato Shen Nong Ben Cao (200-300 a.C.) dove i rimedi farmacologici vengono classificati in tre classi e nella prima classe, che racchiude le piante dell’Imperatore, troviamo Ginseng, Astragalo e quattro funghi: Ganoderma lucidum, Polyporus umbellatus, Poria cocos e Cordyceps sinensis. Tutti questi rimedi sono detti Fu Zheng che significa “supportare l’energia corretta” cioè mantenere o ripristinare l’equilibrio e l’armonia dell’intero organismo.
Anche nelle culture dei popoli amerindiani, l’utilizzo dei funghi medicinali era largamente diffuso per i benefici fisici e spirituali annessi a questi rimedi. Numerose ricerche dimostrano che la longevità di alcune popolazioni sia da attribuire proprio all’uso di tali rimedi, tramandato nel corso della storia.
Possiamo dire che sono dei rimedi adattogeni, cioè che sono in grado di aumentare in maniera aspecifica la resistenza dell’organismo a fattori stressanti di varia natura, sia fisica che psichica. La loro azione, di conseguenza, non è mirata ad una determinata patologia, ma sostiene l’attività e l’efficienza dell’intero organismo facilitando i processi fisiologici necessari ad adattarsi il più rapidamente possibile a stati di stress (riportando l’equilibrio).
La scienza che riguarda i funghi medicinali e curativi e il loro utilizzo a scopo curativo ha il nome di Micoterapia; ossia l’utilizzo dei funghi medicinali, intesi come alimenti nutraceutici, per modulare il sistema immunitario con un’azione di riequilibrio metabolico e con azioni terapeutiche specifiche.
Seppur ogni fungo medicinale, come vedremo qui di seguito, ha proprietà specifiche, tutti i rimedi micoterapici hanno come caratteristica comune:
- Il potenziamento del sistema immunitario grazie al loro elevato contenuto di glicoproteine e polisaccaridi (come i beta-glucani).
- La fluidificazione del sangue.
- Sono rimedi antitumorali grazie alla loro capacità di inibire la proliferazione delle cellule (antagonizzazione delle spinte anomale di crescita cellulare).
- Ottimizzazione di chemio-radioterapia
- Detossinazione epatica
- Chelazione dei metalli pesanti
I funghi curativi modulano quindi il sistema immunitario, hanno proprietà antinfettive e adattogene riducendo gli effetti dello stress sull’organismo. Sono dei potenti antiossidanti, contrastano la produzione di radicali liberi ed hanno proprietà prebiotiche, nutrendo ad esempio i batteri buoni dell’intestino.
Ad essi viene anche associata un’azione a livello psico-emozionale a seconda del colore che presentano.
È da attribuire a questi rimedi anche un’azione energetica e di riequilibrio profondo degli organi e meridiani specifici, secondo specifiche logge della Medicina Tradizionale Cinese.
I 10 funghi medicinali più utilizzati
Vediamo qui di seguito i 10 funghi curativi più utilizzati a scopo terapeutico:
1. Ganoderma lucidum
Comunemente chiamato Ling-Zhi in Cina e Reishi in Giappone. È un fungo non commestibile per il suo sapore amaro e la sua consistenza legnosa che cresce su ceppi di latifoglie, in particolare quercia e castagno. Può essere trovato in Nord e Sud America, Europa, Asia; oggi viene comunque coltivato. I Cinesi lo consideravano un elisir di lunga vita e lo chiamavano “fungo dell’immortalità” e “fungo della potenza spirituale”; i Giapponesi lo chiamavano “fungo dei diecimila anni”.
Lo conoscevano anche i Romani e gli Egizi che lo avevano denominato rispettivamente “cibo degli Dei” e “dono di Osiride”. Addirittura, lo scettro dell’Imperatore Cinese aveva la forma del Ganoderma lucidum stilizzato e si dice che lo scettro del primo Imperatore della Cina sia stato un vero fungo. I Taoisti lo considerano un fungo dalle proprietà spirituali capace di calmare la mente e lo spirito.
Il Ganoderma lucidum è stato utilizzato nella medicina popolare cinese e giapponese per circa 4000 anni, per problemi al fegato, epatite cronica, artrite, ipertensione, insonnia, bronchite, asma e ulcera gastrica. Un certo numero di componenti antitumorali è stato isolato da Ganoderma lucidum. Questi composti hanno dimostrato attività antitumorali e immunostimolanti.
Studi di laboratorio hanno anche dimostrato che questo fungo ha attività antiallergica, effetto preventivo di bronchite, agisce come antinfiammatorio, attività antibatterica contro alcuni batteri, abbassa la pressione sanguigna e ha attività antiossidante. Numerosi studi clinici sono stati effettuati ed è stato dimostrato di essere utile nel trattamento di una varietà di disturbi.
Ganoderma lucidum secondo la ricerca contemporanea:
Agisce a livello cardiovascolare e metabolico: il Ganoderma lucidum possiede un’azione antiaggregante piastrinica, riduce l’ipertensione con un meccanismo simil ACE inibitore, ha un’azione ipocolesterolemizzante, riducendo la sintesi endogena e l’assorbimento del colesterolo, antinfiammatoria e ipoglicemizzante. Pertanto, le possibili applicazioni cliniche sono: recupero cardiaco dopo sforzo fisico negli atleti, cardiomiopatie, cardiopatia ischemica, ipercolesterolemia, ipertensione arteriosa, diabete mellito.
Agisce a livello gastrointestinale: il Ganoderma lucidum svolge un’azione prebiotica, regolarizza la produzione dei succhi gastrici, regolarizza la peristalsi, favorisce la rigenerazione delle mucose, ha un’azione di regolazione neuroendocrina a livello intestinale attraverso l’aumento della produzione della serotonina, migliora la risposta immunitaria a livello delle mucose potenziando la difesa locale e favorendo il recupero di situazioni di alterata permeabilità intestinale. Possibili indicazioni cliniche sono: dispepsia, diarrea, stipsi, intolleranze alimentari.
Agisce a livello neurologico: stimola la produzione di Nerve Growth Factor (scoperto da Rita Levi Montalcini; sostiene lo sviluppo di nuovi neuroni) e favorisce il sonno profondo.
Possibili indicazioni cliniche sono: Morbo di Parkinson, demenze, insonnia e altre patologie neurodegenerative.
Agisce a livello renale e surrenale: è dotato di un effetto nefroprotettivo, aumenta la capacità di gestire lo stress psicofisico modulando l’asse ipotalamo-ipofisi-surrene e migliora la funzionalità surrenalica in quanto contiene molecole che fungono da precursori ormonali utili per la produzione di cortisolo (potente antinfiammatorio). Utile nell’insufficienza renale e il Burn out (esaurimento).
Azione epatoprotettiva: il Ganoderma lucidum ha effetti epatoprotettivi attraverso l’azione antiossidante, di potenziamento immunitario, la modulazione degli enzimi di detossificazione epatica, l’attività anti-fibrotica e l’attività antivirale. Possibili applicazioni: nelle epatopatie croniche di varia origine.
Azione anti-androgenetica: il Ganoderma inibisce la 5 alfa-reduttasi, diminuendo così la conversione del testosterone nel pericoloso deidro-testosterone. Pertanto, questo fungo potrebbe rivelarsi utile nella patologia prostatica.
Azione anti-invecchiamento: svolge un’azione anti-invecchiamento tramite le seguenti azioni: antiossidante (radicali liberi), antinfiammatoria, preventiva nella formazione della placca ateromasica, di protezione della pelle dai danni da radiazioni UVB, di riparazione, rigenerazione e autorinnovamento cellulare dell’organismo.
Agisce a livello respiratorio: i benefici del Ganoderma lucidum a livello dell’apparato respiratorio sono ascrivibile all’azione antinfiammatoria, all’azione di modulazione immunitaria e perché favorisce la capacità di adattamento alle situazioni di stress psico fisico che si manifestano in alta montagna attraverso il miglioramento delle funzioni respiratorie. Utile in caso di: bronchite cronica, asma, male acuto di montagna grazie ad una migliore ossigenazione del sangue indotta dal fungo.
2. Hericium Erinaceus
Si trova in tutto l’emisfero nord, In Europa, Oriente asiatico e Nord America. Predilige gli alberi di latifoglie morti o morenti come la quercia, il noce e il faggio. Ha un diametro che varia dai 5 ai 20 centimetri. Ha filamenti simili a ghiaccioli che pendono da una base di consistenza gommosa. È un fungo tanto culinario quanto medicinale, che fa pensare al sapore dei frutti di mare.
Molto usato nella Medicina Tradizionale Cinese per varie problematiche gastriche ed in particolare per prevenire le neoplasie del tratto gastroenterico.
Ha un’azione rivolta soprattutto al tratto gastro-intestinale. Ha effetti di protezione e ricostruzione della mucosa gastrointestinale, ripara le mucose del sistema digerente utile in caso di: gastrite, ulcera e leaky gut syndrome (Sindrome dell’intestino permeabile).
Utile nelle gastriti da radio e chemioterapia e nelle patologie gastroenteriche croniche (retto colite ulcerosa e morbo di Chron).
Ha effetti prebiotici e antinfiammatori.
Utilizzato anche per il sostegno in caso di patologie neurodegenerative come l’Alzheimer.
3. Maitake (Grifola frondosa)
È uno dei funghi medicinali più utilizzati in cucina. Cresce ai piedi di querce e faggi e altri alberi dal legno duro morti o morenti. Originario del Giappone nordorientale, dell’Europa, dell’Asia e la fascia orientale del continente nordamericano.
È noto per la sua azione antineoplastica e di riequilibrio glicemico e lipidico; per questo viene utilizzato per il controllo del peso.
Diversi studi hanno dimostrato che, assunto in buone quantità, può coadiuvare programmi di riduzione ponderale. Per questo motivo è stato studiato anche nel sovrappeso e nell’obesità.
In uno studio condotto alla clinica Koseikai a Tokyo, sono stati somministrati 10 g di polvere di Maitake al giorno per 2 mesi a 32 soggetti in sovrappeso per valutare un’eventuale riduzione ponderale. Senza variazioni nella dieta, tutti i soggetti che lo assumevano hanno perso peso, con una riduzione media di quasi 5,5 kg.
Il Maitake aumenta la capacità dell’organismo di utilizzare gli alimenti introdotti, permettendo la produzione energetica e riducendone il deposito sotto forma di grassi.
L’azione di modulazione immunitaria contribuisce a ridurre l’infiammazione e, quindi ad aumentare la sensibilità periferica all’insulina e l’azione tendenzialmente vagotonica conferisce un senso di calma riducendo la “fame nervosa”.
In Giappone il Maitake è chiamato il “re dei funghi” e molte ricerche hanno provato le sue proprietà antitumorali. Un suo polisaccaride GRIFFON D è stato a lungo studiato per i suoi effetti sul carcinoma prostatico. In generale si può rilevare che il Maitake consente di ottenere su pazienti neoplastici: un miglioramento generale indipendentemente dalla regressione della malattia, una riduzione degli effetti collaterali della chemioterapia, una riduzione del dolore.
4. Cordyceps Sinensis
Cresce sulle montagne del Tibet, tra i 4000 e 6500 metri d’altezza. È presente nei terreni prativi dell’Himalaya e di altre elevate catene montuose della Cina, Tibet e del Nepal. Il micelio è racchiuso nella larva mummificata di un lepidottero, da cui il fungo germina. In Cina è considerato tesoro medicinale nazionale, un tonico prezioso e virtualmente sacro. Aumenta energia e vitalità.
È un tonico adattogeno in grado di aumentare la fertilità, sostenere reni e polmoni in caso di situazioni patologiche. Viene utilizzato nelle patologie cardiovascolari. Aumenta la resistenza fisica, migliora la qualità del sonno e protegge il cuore. È noto come rimedio che migliora la funzionalità epatica. Sostiene il corpo durante la chemioterapia, svolge un’attività antitumorale ormai nota ed agisce anche sull’asse neuroendocrino.
Il Cordyceps Sinensis secondo la ricerca contemporanea ha:
Azione immunomodulante e antimicrobica – come del resto tutti i funghi medicinali possiede una gran quantità di polisaccaridi (soprattutto betaglucani) ad alto peso molecolare che sono dotati di una importante azione immunomodulante. I polisaccaridi contenuti nel Cordyceps aumentano l’attività fagocitaria e stimolano la produzione di citochine specifiche a seconda dello stimolo; cioè potenziano e accelerano la risposta immunitaria aspecifica rendendola più efficace.
Il Cordyceps è l’unico rimedio in natura che possiede delle sostanze denominate nucleosidi alterati dotati di un’attività anti-replicativa nei confronti di microrganismi e cellule tumorali: queste sostanze una volta incorporate nel DNA di microrganismi o cellule tumorali, lo danneggia impedendone la sopravvivenza.
D’altra parte, il Cordyceps è in grado di agire sul sistema immunitario contrastando situazioni di iperreattività immunitarie (allergie, patologie autoimmuni).
Azione epatoprotettiva – migliora la funzionalità epatica, riduce rapidamente e significativamente gli indici epatici (transaminasi, gamma gt, fosfatasi alcalina) ed ha un’azione protettiva nei confronti di sostanze epatotossiche come l’alcool; pertanto, può risultare utile per rallentare la progressione di epatopatie quali steatosi epatica, epatite virale cronica e cirrosi epatica.
Azione di supporto in oncologia – Cordyceps sinensis consente di migliorare l’efficienza dei trattamenti antineoplastici tradizionali in quanto determinando una riduzione degli effetti collaterali sia di chemioterapia che di radioterapia permette di mantenere il sistema immunitario più efficiente rispetto ai soggetti che non usano alcun tipo di supporto.
Azione cardiovascolare – grazie al suo contenuto di adenosina e altri nucleosidi, migliora la circolazione sanguigna in particolare a livello coronarico determinando un effetto protettivo nei confronti di eventi ischemici. Svolge inoltre un’azione di regolarizzazione del battito cardiaco (tachicardie, aritmie).
Azione metabolica – Cordyceps sinensis riduce i livelli di colesterolo LDL e i trigliceridi ed aumenta contemporaneamente quelli di colesterolo HDL (il colesterolo buono). Inoltre, migliora il metabolismo glucidico i picchi sia di iperglicemia che di ipoglicemia, abbassando l’emoglobina glicata.
Azione sul metabolismo energetico cellulare e sull’apparato respiratorio – Cordyceps aumenta i livelli di ATP (molecola che rilascia energia alla cellula). Siccome Cordyceps sinensis cresce ad elevate altitudini dove la temperatura e la concentrazione di ossigeno sono basse; queste condizioni hanno fatto sì che il fungo sviluppasse strategie per migliorare l’utilizzo dell’ossigeno e la produzione di energia cellulare. Quindi, a causa di queste condizioni di crescita, Cordyceps, più di altri funghi medicinali, è particolarmente efficace nel rilasciare ossigeno a livello tissutale e cellulare. Tutto questo spiega la sua capacità nel migliorare la funzionalità respiratoria in patologie quali asma e bronco pneumopatia cronica ostruttiva. Inoltre, Cordyceps sinensis è in grado di ridurre i mediatori chimici responsabili della sintomatologia allergica e asmatica.
Azione nefro-protettiva – Cordyceps sinensis migliora la funzionalità renale e pertanto può essere utile nell’insufficienza renale e nelle nefropatie, anche di tipo autoimmune.
Azione antidepressiva – Cordyceps sinensis migliora l’equilibrio dei neurotrasmettitori determinando un effetto antidepressivo.
Azione antiossidante e anti-invecchiamento – Cordyceps sinensis è dotato di una potente attività antiossidante soprattutto nei confronti dei radicali liberi dell’ossigeno che sono in grado di danneggiare le cellule di tessuti e organi e quindi, in definitiva, di accelerare i tempi di invecchiamento cellulare. Inoltre, è in grado di svolgere un’azione protettiva a livello cerebrale combinata con un recupero delle funzioni cognitive.
Azione a livello sessuale – Cordyceps sinensis aumenta la libido sia nell’uomo che nella donna, migliora l’erezione maschile e il quadro spermatico (aumento del numero e del tasso di sopravvivenza degli spermatozoi con riduzione delle malformazioni spermatiche).
Azione nei trapianti – La ciclosporina, una sostanza con azione antirigetto, viene prodotta dalla forma asessuata del Cordyceps subsessilis (appartenente allo stesso genere del Cordyceps sinensis). Paradossalmente, quindi, la forma sessuata sostiene il sistema immunitario mentre la forma asessuata viene usata come immunosoppressore nei trapianti di organo. È stato ipotizzato un possibile utilizzo di Cordyceps sinensis nei trapiantati renali e cardiaci per ridurre le dosi e quindi gli effetti collaterali (renali ed epatici) della ciclosporina.
Azione a livello del tessuto osseo – Cordyceps sinensis inibisce la differenziazione e la proliferazione degli osteoclasti (le cellule che distruggono l’osso) e induce la proliferazione degli osteoblasti (cellule che ricostruiscono l’osso). Queste azioni suggeriscono un suo possibile impiego nella osteoporosi.
Azione nell’attività sportiva – Grazie alle sue azioni sull’ATP, la funzione cardiaca, la capacità di ridurre il broncospasmo e migliorare il recupero muscolare dopo uno sforzo fisico, Cordyceps sinensis è un ottimo rimedio per supportare l’attività sportiva.
5. Auricularia (auricula-judae)
È un fungo di consistenza gommosa e gelatinosa che, proprio per la sua signatura che rimanda alle mucose, viene utilizzato da secoli nella Medicina Tradizionale Cinese per curare emorroidi, affezioni gastrointestinali, astenia, colon irritabile ed anemia.
Previene le patologie cardiovascolari grazie alla sua azione antiaggregante piastrinico. Agisce in particolar modo sull’apparato cardiovascolare.
Sono stati condotti diversi studi che dimostrano che Auricularia può essere utilizzata per migliorare il proprio sistema immunitario. Altri studi hanno dimostrato potenziali altri usi, tra cui l’abbassamento del colesterolo cattivo, come anticoagulante e possibilmente antidiabetico.
6. Shiitake (Lentinus edodes)
Cresce su alberi dal legno duro morti o morenti durante l’inverno o la primavera. Il cappello è inizialmente marrone scuro, ma col tempo si schiarisce. È uno dei funghi medicinali più utilizzati in cucina. Ha un ottimo sapore, ma oltre a questo è famoso per le sue proprietà medicinali.
È ricco di provitamina D. Sono note le sue proprietà antitumorali e di sostegno del sistema immunitario specie ove sono presenti patologie epatiche e HIV. È un efficace antibatterico, utile per contrastare le carie dentali.
I funghi Shiitake contengono molti composti chimici che proteggono il DNA dal danno ossidativo; inoltre contengono tutti gli amminoacidi essenziali, insieme ad un tipo di acido grasso essenziale chiamato acido linoleico.
L’acido linoleico aiuta nella perdita di peso e nella costruzione dei muscoli. Ha anche benefici nella costruzione ossea, migliora la digestione e riduce le allergie e le intolleranze alimentari.
Quindi riassumendo:
Combatte l’obesità – alcuni componenti del fungo Shiitake hanno effetti ipolipidiemici (riduzione del grasso), come l’eritadenina e il betaglucano, una fibra alimentare solubile che si trova anche nell’orzo, nella segale e nell’avena. Gli studi hanno riportato che il betaglucano può aumentare la sazietà, ridurre l’assunzione di cibo, ritardare l’assorbimento nutrizionale e ridurre i livelli plasmatici lipidici (grassi).
Supporta il sistema immunitario – i funghi hanno la capacità di potenziare il sistema immunitario e combattere molte malattie fornendo importanti vitamine, minerali ed enzimi.
Distrugge le cellule tumorali – la ricerca suggerisce che lo Shiitake aiuta a combattere le cellule tumorali e a guarire dai danni cromosomici causati dai trattamenti antitumorali. Diversi studi hanno dimostrato che lo Shiitake è in grado di inibire la crescita nelle cellule tumorali con il loro valore micochimico. Lo Shiitake introduce con successo l’apoptosi, il processo di morte cellulare programmata. Tutto questo ci suggerisce che lo Shiitake potrebbe essere usato come un potenziale nel trattamento naturale contro il cancro.
Sostiene l’apparato cardiovascolare – I funghi Shiitake hanno composti steroli che interferiscono con la produzione di colesterolo nel fegato. Inoltre, contengono potenti fitonutrienti che aiutano a mantenere la pressione sanguigna sana e a migliorare la circolazione.
Proprietà antimicrobiche – Uno studio del 2011 presso L’UCL Eastman Dental Institute di Londra ha testato gli effetti antimicrobici dello Shiitake sulla gengivite, una malattia che coinvolge l’infiammazione delle gengive a causa dell’accumulo microbico a livello del margine gengivale. I risultati hanno indicato che l’estratto di funghi Shiitake ha abbassato il numero di alcuni organismi patogeni senza influenzare gli organismi associati alla salute.
Potenzia l’energia e la funzione cerebrale – I funghi Shiitake sono un’ottima fonte di vitamine del gruppo B, che aiutano a supportare la funzione surrenale e trasformano le sostanze nutritive dal cibo in energia utilizzabile. Aiutano anche a bilanciare gli ormoni in modo naturale e a migliorare la concentrazione e le prestazioni cognitive.
Fornisce vitamina D – sebbene la vitamina D sia meglio ottenuta dal sole, i funghi Shiitake possono fornire una buona fonte di questa vitamina essenziale. La vitamina D è importante per la salute delle ossa e riduce il rischio di malattie cardiache, diabete, malattie autoimmuni e alcuni tipi di cancro. È vitale anche per l’assorbimento e il metabolismo del calcio e del fosforo. La vitamina D aiuta anche a regolare e sostenere il sistema immunitario, mantenere il peso corporeo sano, mantenere buone tutte le funzioni cerebrali in età avanzata, riduce la gravità dei sintomi dell’asma, riduce il rischio di sviluppare l’artrite reumatoide nelle donne e riduce il rischio di sviluppare la sclerosi multipla.
Migliora la salute della pelle – quando il selenio viene assunto con le vitamine A ed E, può aiutare a ridurre la gravità dell’acne e le cicatrici che possono verificarsi. Cento grammi di funghi Shiitake contengono 5,7 milligrammi di selenio, ovvero l’8% del valore giornaliero. Ciò significa che i funghi Shiitake agiscono come un vero e proprio trattamento naturale per l’acne.
7. Polyporus Umbellatus
Fungo saprofita che cresce in estate e in autunno sulle radici di faggi, aceri e querce. Il corpo fruttifero consiste di molte cappelle piuttosto piccole, rotondeggianti di colore marroncino chiaro, con la parte sotto bianca, tutte fuse insieme in un’unica struttura che può raggiungere i 30-50 cm. Viene utilizzato tutto del fungo, ha un sapore dolce e per le sue proprietà diuretiche è molto utilizzato in Medicina Tradizionale Cinese.
In uno studio cinese su 146 pazienti è stato dimostrato che l’uso del Polyporus umbellatus ha ridotto l’incidenza delle ricorrenze di cancro alla vescica del 50%.
Il fungo si è rivelato utile:
Nel trattamento delle infezioni urogenitali;
Stimola il sistema immunitario;
Limita la crescita delle cellule leucemiche in vitro;
Rinforza l’apparato respiratorio;
Agisce come antiossidante ed antibatterico.
8. Agaricus Blazei Murrill (ABM)
Agaricus Blazei Murrill è un fungo originario di una cittadina di montagna brasiliana di nome Piedade. Non cresce facilmente, preferisce gli ambienti umidi e caldi, cioè il tipico clima del Brasile.
Ricchissimo di molti minerali importanti tra cui il ferro, calcio, rame, zinco…Beta-glucani e vitamine del gruppo B e vit. D; i suoi componenti si sono dimostrati tra i più attivi rispetto a quello di altri funghi e svolge importanti azioni sul sistema immunitario, utilizzato anche come epatoprotettore e antiossidante.
Veniva già utilizzato dai medici Bizantini dell’area mediterranea del 4°secolo e del 15° secolo (vedi Apuleio) per il trattamento delle “ulcere maligne” della laringe.
Nella tradizione popolare è stato usato per stimolare il sistema immunitario, per migliorare la qualità di vita dei diabetici, utilizzato nei casi di diabete tipo 1 e 2 per la sua capacità di ripristinare un corretto profilo metabolico e lipidico, per la prevenzione dell’osteoporosi, per il trattamento dei disturbi circolatori, gastroenterici e per le allergie, malattie autoimmuni e oncologiche.
Attualmente gli studi sull’Agaricus Blazei Murrill sono maggiormente orientati verso le patologie degenerative in particolare quelle oncologiche.
L’impiego di questo fungo si è dimostrato particolarmente efficace nella:
Difesa dalle infezioni – i componenti dell’Agaricus b.M., tra cui soprattutto i Beta-glucani, attivano quelle cellule immunitarie – macrofagi, cellule Natural Killer e cellule dendritiche – che hanno il compito di neutralizzare agenti patogeni quali virus e batteri.
Supporto nella prevenzione e nel trattamento delle allergie – le sue proprietà immunomodulanti fanno sì che sia un rimedio naturale, interessante anche in caso di anomale reazioni dell’organismo nei confronti di sostanze di per sé innocue, come nelle allergie.
Riduzione del rischio di cancro e miglioramento degli effetti delle terapie convenzionali di diverse forme tumorali – l’agaricus contribuisce soprattutto a prevenire le neoplasie legate a tossicità ambientale. Aiuta infatti a proteggere l’organismo da inquinanti e agenti mutageni (che provocano cioè una trasformazione del patrimonio genetico), quali ad esempio benzene e formaldeide. Ci sono comunque evidenze scientifiche sulla capacità dell’Agaricus di indurre la morte programmata (apoptosi) delle cellule di altre forme di cancro. Agaricus è utile, al fianco delle cure tradizionali, contro i tumori che possono colpire colon-retto, stomaco, fegato, vie biliari, pancreas, nonché per attenuare gli effetti di chemioterapia e radioterapia.
Epatoprotettore – e come coadiuvante nelle diverse forme di epatite.
Controllo delle patologie autoimmuni – è un valido presidio nelle alterazioni del funzionamento del sistema immunitario, che mobilita contro tessuti e organi sani gli stessi meccanismi finalizzati a difendere l’organismo dagli agenti patogeni. Può così rappresentare un sostegno naturale importante in malattie come la tiroidite di Hashimoto, l’artrite reumatoide, la sclerosi multipla, il diabete di tipo 1.
Nel sovrappeso – riduce l’appetito.
Azione antiossidante e di riequilibrio metabolico – stimola la regolarizzazione dei livelli di colesterolo e della glicemia e contrasta l’infiammazione e lo stress ossidativo, aiutando così a combattere anche i processi degenerativi legati all’invecchiamento, tra cui l’aterosclerosi. Aumenta il potere antiossidante della pelle migliorandone l’aspetto e la tonicità.
9. Coriolus Versicolor
Si trova nelle foreste temperate di tutto il mondo e ovunque negli Stati Uniti. Predilige i tronchi morti di quasi tutti i tipi di alberi. È striato da bande di colore marrone che vanno da tonalità scure a quelle più chiare che si alternano a fasce arancio, blu, bianche e marrone rossiccio. Ha la caratteristica di essere il fungo da cui deriva uno dei principali farmaci antineoplastici, la crestina.
Riequilibra il sistema immunitario ed è uno dei funghi più utili nel trattamento e nella prevenzione di patologie virali come il papilloma virus, l’herpes simplex e il virus di Epstein Barr. Oltre all’azione antimicrobica, il Coriolus è un potente anti-metastatico specie nei casi di patologie oncologiche ormono-responsive.
Nella Medicina Tradizionale Cinese, è usato per ridurre il catarro, guarire disturbi polmonare, aumentare l’energia e aiutare le persone con malattie croniche. Nella medicina popolare messicana, è stato usato per trattare la tricofitosi.
10. Coprinus Comatus
Fungo dalla forma ovale con gambo alto e slanciato. È molto comune, cresce a gruppi in giardini, prati e boschi. Inizialmente il suo colore è bianco e successivamente diventa più scuro, con la maturazione il bordo si arrotola come una campana e con l’invecchiamento tende a liquefarsi.
Noto come “fungo dell’inchiostro”, è molto utilizzato anche in ambito culinario. È ricco di vitamine del gruppo B ed ha un’azione ipoglicemizzante, grazie alla presenza di vanadio, un minerale dall’effetto antidiabetico.
In Medicina Tradizionale Cinese è particolarmente indicato per soggetti appartenenti alla loggia “Terra” (stomaco-milza-pancreas) e alla loggia “Metallo” (polmone-intestino crasso).”
Come avete avuto modo di leggere sono fantastici. Tra questi l’unico che ho avuto modo di vedere tra gli scaffali del market dove, abitualmente, faccio la spesa è stato il fungo Shiitake e, sempre nell’ottica “Fa che il tuo cibo sia la tua medicina e la medicina il tuo cibo” ho pensato di suggerirvi 3 ricette per cucinarli con gusto:
- Shiitake, patate e prosciutto;
- Risotto con funghi Shiitake;
- Lasagne allo Shiitake.
Shiitake, patate e prosciutto (https://www.primononsprecare.it/funghi-shiitake-con-patate-e-prosciutto/):
“Ingredienti:
- 300 grammi di funghi shiitake freschi;
- 4 patate non farinose;
- 100 grammi di prosciutto crudo;
- 1 – 2 rametti di rosmarino;
- 1 spicchio d’aglio;
- Olio e.v.o.;
- Sale, pepe.
Procedimento:
Sbucciate le patate, lavatele, tagliatele a tocchetti
In una padella antiaderente scaldate tre o quattro cucchiai di olio e.v. o., fatevi rosolare le patate mescolando, così che si dorino su tutta la superficie
Coprite le patate e portatele a cottura a fuoco dolce, mescolando ogni tanto.
Sciacquate velocemente in acqua fredda i funghi shiitake, eliminando i gambi che sono molto coriacei (ma non buttateli!). Tagliateli a fettine
Tagliate a pezzetti anche il prosciutto crudo e rosolatelo in un’altra padella, senza condimenti, finché il grasso comincia a sciogliersi e la parte magra diventa croccante
Unite il prosciutto alle patate, e nella stessa padella del prosciutto versate i funghi shiitake a fettine, bagnate con pochissimo olio, salate e coprite per portare i funghi a cottura. Verso la fine scoprite il tegame per favorire l’evaporazione del liquido di cottura
Intanto preparate un trito molto fine di aglio e rosmarino
Quando i funghi sono cotti, uniteli alle patate e prosciutto, profumate con il trito, cuocete ancora per due o tre minuti, così da amalgamare i sapori”.
Risotto con funghi shiitake (https://www.healthybarta.com/risotto-con-funghi-shiitake/):
“Ingredienti:
- 160gr di riso carnaroli;
- 130gr di funghi shiitake;
- 1 spicchio d’aglio;
- 1 litro di brodo vegetale;
- prezzemolo fresco q.b.;
- peperoncino q.b.;
- sale;
- pepe;
- olio extravergine d’oliva.
Procedimento:
In una pentola cucinate il brodo vegetale e tenetelo in caldo.
Pulite i funghi shiitake con un panno umido o carta da cucina, e tagliateli in strisce. Lasciatene qualcuno intero per guarnire il piatto.
In una padella mettete a rosolare l’aglio e il peperoncino con 2 cucchiai di olio. Aggiungete i funghi shiitake e cuoceteli a fiamma media per circa 10 minuti. Aggiustate di sale.
In una pentola larga mettete a scaldare 2 cucchiai di olio. Aggiungete il riso e fatelo tostare per qualche minuto. Poi aggiungete il brodo fino a coprire il riso. Lasciate cuocere secondo le istruzioni sulla scatola.
A metà cottura del riso aggiungete i funghi, e lasciate cuocere. Aggiungete brodo al riso se vedete che inizia ad attaccarsi alla pentola.
Una volta pronto il risotto aggiungete del pepe e del prezzemolo fresco e servite.”.
Lasagne ai funghi Shiitake (https://www.finedininglovers.it/ricette/primi-piatti/lasagne-ai-funghi-shiitake):
“Ingredienti:
- Pasta 250 g, fresca al farro senza uova;
- Funghi 40 g, shiitake (o porcini);
- Cipolle 1;
- Carote 350 g;
- Zucchine 350 g;
- Pomodori 400 g;
- Olio Extravergine di Oliva;
- Sale;
- Pepe
- Farina 50 g;
- Latte 500 ml, di riso o soia.
Procedimento:
Lavate e lasciate in ammollo i funghi per circa un’ora. Tagliateli a dadini; tritate separatamente le verdure, che avrete accuratamente lavato. Rosolate la cipolla in un filo di olio caldo e al termine aggiungete le altre verdure. Cuocete finché non saranno morbide; se necessario, aggiungete un po’ d’acqua.
Correggete di sale e pepe.
Preparate la besciamella mettendo la farina di riso e il latte in un tegamino e portateli quasi a bollore (circa 90 °C), avendo cura di continuare a mescolare per far sì che si amalgami tutto in maniera omogenea.
Se volete una besciamella più̀ densa potete aggiungere altra farina, se la volete più̀ liquida potete aggiungere più̀ latte.
Adagiate la pasta fresca sul fondo della pirofila che avrete unto con un filo di olio.
Ricoprite con uno strato di verdure e uno di besciamella. Continuate così fino a completo esaurimento degli ingredienti. Infornate le lasagne in forno caldo a 180 °C per 30 minuti.”.
Non mi resta, quindi, che augurarvi buon appetito.
Dal punto di vista universitario la mia carriera si potrebbe riassumere in poche parole: farmacista, biologa e nutrizionista . La passione dell’enogastronomia è nata, invece, un po’ prima del periodo universitario. Già dalle superiori, frequentando l’Istituto per Chimici “Michele Giua”, una delle materie di studio era Impianti Chimici ed uno dei docenti, l’allora Direttore della Cantina di Dolianova, ci aveva fatto studiare tutto il processo di produzione del vino, degustazione compresa. È stata una passione nata in quel periodo e che ho inseguito, per un bel po’ di tempo, nei periodi un po’ più liberi dagli studi universitari e di aggiornamento professionale. Finalmente nel 2019 sono diventata Sommelier e nel 2020 Maestro Degustatore Salumi, ma intorno al 2000 ho diretto la produzione alimentare e liquoristica presso un’azienda sarda, occupandomi anche di Ricerca scientifica applicata alla produzione industriale. Con Epulae ho iniziato a scrivere di questo mondo che mi appassiona, cercando di trasmettere non solo l’entusiasmo, ma anche tanti anni di approfondimento e di esperienza pratica.