Trieste è città di caffè. Ma non solo di importazione dei chicchi crudi da tutti i continenti grazie all’attività del suo porto, o di torrefazione grazie alle numerose aziende attive nel settore, come la Illycaffè celebre in tutto il mondo o la Demus leader nell’arte del decaffeinare. Trieste è culla anche dei locali da caffè di tradizione viennese che risalgono all’Ottocento e al lungo periodo austroungarico della città. Nei diversi e noti caffè storici, frequentati dai triestini, ma vere mete di turismo per i visitatori, non ci sono banconi metallici dove sorbire in fretta la tazzina in piedi, ma atmosfere ovattate e silenziose, stucchi su pareti, soffitti e colonne, tavolini riparati che sono veri e propri angoli di conversazione e naturalmente caffè serviti al tavolo quasi come con un rito, accompagnati dal bicchierino d’acqua o dalla pasticceria mignon, o anche dal bicchierino di cioccolata nel caso del caffè degli Specchi e del caffè Tommaseo, i due indirizzi più famosi gestiti dall’azienda pordenonese Peratoner.
In splendida posizione sulle rive di Trieste, aperto al mare e al passaggio dei turisti e dei triestini, a pochi metri dal teatro comunale Giuseppe Verdi e dalla chiesa greco-ortodossa di San Nicolò con annesso un piccolo interessante museo d’arte, il caffè Tommaseo è sempre stato considerato il salotto buono di Trieste ed è diventato anche ristorante dal settembre scorso, appunto con la nuova gestione. Gli chef Salvatore Marino è Antonio Buonocore sono di origini napoletane. La gastronomia è improntata a una vivace cucina mediterranea con accostamenti inusuali come le tagliatelle fatte a mano con astice, lime e fagiolini di campo o il tonno cotto e crudo accompagnato da spinaci e caviale di melanzane. Le radici triestine sono però sempre presenti, ad esempio con il baccalà mantecato, le capesante gratinate, il risotto di mare, sull’Adriatico solitamente tirato in verde, al prezzemolo, e non in rosso, al pomodoro, come sul Tirreno, gli spaghetti alle vongole e il fritto misto di pesce.
La carta a mezzogiorno e alla sera propone comunque un’ampia scelta di carne con il classico filetto di manzo ai ferri con patate arrosto o la coppa di suino in agrodolce con insalata mista, oppure con il pescato del giorno, orate o branzini dell’Adriatico o rombi, scorfani o San Pietro del Mediterraneo. Al mattino dalle 9 alle 14.30 è disponibile anche una speciale e robusta carta delle colazioni molto amata dai turisti stranieri, che comprende tra l’altro anche crêpes al cioccolato o all’albicocca, pancake allo sciroppo d’acero, waffle con uova e pancetta, tortilla con pollo, insalata e pomodoro. Colpisce chi non è abituato alla tradizione “viennese” del caffè e sa distinguere al massimo tra un espresso e un cappuccino la lista di 16 diverse proposte di caffè, alcune con nomi originali e note solo ai triestini, come il misterioso “capo in B”, al secolo espresso macchiato di latte caldo e servito non in tazzina ma in bicchiere di vetro. Il banco della pasticceria del Tommaseo fa fare peccati di gola: non è casuale, perché Peratoner nasce come azienda cioccolato, poi estesa alla pasticceria, al servizio bar e infine alla ristorazione, con questo prestigioso indirizzo triestino aperto nel 1830, locale storico d’Italia e culla dell’irredentismo, che porta il nome di un grande letterato e linguista dell’Ottocento.
Caffè Tommaseo
Piazza Tommaseo 4 Trieste(TS)
Tel. 040 362666
Leonardo Felician, triestino, giornalista da 40 anni, è uno dei massimi esperti di hotellerie in Italia e scrive anche di enogastronomia e di Food&Beverage. Ha pubblicato più di 6000 articoli su dozzine di testate nazionali, sia web sia su carta. Da 10 anni è uno dei principali contributori di Epulae News con più di 900 articoli pubblicati.