La casa del pane, un piccolo museo a Pompu

Si rimane favorevolmente colpiti da questo museo del pane a Pompu, un piccolo paese della Marmilla in provincia di Oristano con poco più di 200 abitanti.

Realizzato pochi anni fa, la struttura espositiva è ospitata in un’antica casa padronale dell’Ottocento, al centro del paese, facile da raggiungere. L’accoglienza è senz’altro delle migliori, ospitali, professionali e cortesi, le curatrici ti accompagnano in una visita guidata nelle varie sale. Nella prima di queste ti dà il benvenuto un’antica macina sarda alle spalle della quale scorrono, su due grandi monitor, le immagini di un asino bendato che percorre il suo continuo e costante giro per macinare il grano. Ma è la voce narrante della macina stessa che racconta attraverso i suoi ricordi la vita e la tradizione del pane in Sardegna. Descrive i diversi e molteplici tipi di grano che ha macinato nel corso della sua esistenza, la composizione del chicco e la tipologia di farine che si possono ottenere. E poi, pian piano, come dall’avvento del grano Senatore Cappelli in poi, l’utilizzo della macina comincia a farsi man mano più sporadico per poi, alla fine degli  anni ’50, scomparire e spesso diventare una fioriera in un moderno giardino.

Da ben 100 anni il grano Senatore Cappelli viene coltivato da tutti coloro che vogliono ottenere una qualità di pasta di tipo superiore, frutto di un grano autunnale davvero unico nel suo genere. Questa pianta non necessita di particolari concimi, e questo ha sempre reso le coltivazioni del Cappelli più sane e anche contenute in termini di utilizzo di fertilizzanti.

Si passa poi alle altre sale del museo dove si fa conoscenza con quelli che sono gli strumenti impiegati nella tecnica di panificazione. Canestri, setacci, pale e palette, ognuno con una sua funzione specifica. Si descrive poi il ruolo primario del prezioso lievito madre, della sua preparazione e della sua accurata conservazione.  E poi i video con le testimonianze degli abitanti più anziani del paese che raccontano i complessi riti antichi della preparazione del pane, gli usi e i costumi familiari di un’epoca antica e rimasta immutata per centinaia di anni.

E poi possiamo vedere i vari tipi di pane che venivano prodotti e che tutt’oggi in alcune famiglie si fanno ancora. Una sorta di sala archivio, dove nei diversi scomparti possiamo ammirare i vari civraxiu, coccoi, pani delle feste, ecc. E ancora il pane per la dentizione dei bambini oppure quello con l’uovo tipico della Pasqua, il pane più morbido da mangiare lo stesso giorno perché meno durevole oppure quello decoratissimo da regalare agli sposi come buon augurio.

Viene conservata anche una selezione di grani antichi che sono stati riscoperti e nuovamente coltivati nel territorio e si possono così osservare la differenza nelle spighe e conoscere la varietà di utilizzi che si possono ottenere.

E poi, infine, le sale con i laboratori dove rivivono le antiche preparazioni, la scelta delle farine, il lievito e la fermentazione, la cottura e la degustazione e ”sa pintadera” la decorazione del pane, Una bella esperienza dunque con un’alta valenza didattica che ripercorre la storia di uno degli alimenti più antichi e ricchi di simbologie della Sardegna: il pane.