La filiera conserviera dei pomodori è in allarme perché, come dice Raffaele Riccirdi su Repubblica, “La ripresa ha prosciugato la materia prima usata per i barattoli. Produzione a rischio: “I pomodori possono marcire nei campi.”
Il barattolo, ideato dal francese Nicolas Appert e consacrato all’Esposizione di Parigi da Francesco Cirio nel 1867, utilizzato per le conserve dei pomodori pelati, al momento, è diventato introvabile.
La produzione essendo, manco a dirlo cinese, in questo periodo di chiusura ha determinato l’aumento strabocchevole del consumo di pomodori in latta mettendo in crisi l’intera produzione, provocando l’esaurimento delle scorte.
Stiamo parlando della mancanza del lamierino di ferro, anche questo prodotto nella lontana Cina, sulla cui superficie sia stato depositato un sottile strato di stagno, conosciuto con il nome di latta.
Il procedimento consente di ottenere contenitori nello stesso tempo con la robustezza del ferro e la resistenza alla corrosione dello stagno. Queste caratteristiche hanno reso la latta un materiale molto utilizzato fino a tempi recenti per contenere e trasportare alimenti.
Il successivo sviluppo tecnologico, che ha portato alla produzione a basso costo di lamiere in alluminio o di acciaio anche del tipo inossidabile.
Diversi studi rivelano che questo materiale metallico genera un composto tossico che mette in pericolo la salute: il Bisfenolo A; questa sostanza è accusata da autorevoli studi scientifici, come quello dell’associazione di consumatori americani Environmental Working Group (EWG), che da anni si batte contro il BPA, di aumentare il rischio di alcune malattie. Nonostante alcuni paesi hanno approvato specifiche normative che ne limitano l’utilizzo il Bisfenolo A continua ad essere adoperato in altre restanti parti del mondo. Inoltre, il processo di sostituzione è lento, perché in assenza di altre sostanze in grado di sostituirlo si usano i bisfenoli S e F, molto simili dal punto di vista strutturale al BPA. Il problema è che di questi nuovi composti non si sa praticamente nulla, in particolare per i possibili effetti sulla salute.
Molte industrie conserviere, onde rassicurare i consumatori, hanno da tempo incominciato ad utilizzare per conservare e trasportare cibo il vetro.
Un prodotto che ha una lunga storia risalente a 4000 a.C. Si dovrà aspettare il 1500 d.C. circa per vedere il primo contenitore di vetro cavo, creato ricoprendo un’anima di sabbia con uno strato di vetro fuso a cui viene data una forma che consente di conservare all’interno dei prodotti.
La grande innovazione successiva avvenne in Gran Bretagna, quando un certo Mr Ashley di Castleford, nello Yorkshire, creò una macchina semi-autonoma capace di produrre 200 bottiglie l’ora, 20 anni più tardi, un certo Mr Michael Owens dell’Illinois creò una macchina completamente automatica capace di creare 2500 bottiglie l’ora.
Da allora, è stata una continua ascesa per i vasetti di vetro per le conserve, che arrivano nelle case di milioni se non miliardi di persone. Il vetro è un materiale non reattivo, il che significa che i prodotti che entrano in contatto con questo materiale non verranno mai alterati o danneggiati per associazione ad esso. Come si può immaginare, questo è estremamente importante quando si tratta di conservare il cibo. Quando viene chiuso, un barattolo di vetro non lascia entrare né uscire l’aria, garantendo che il cibo contenuto rimanga perfettamente commestibile e delizioso per anni e anni. Grazie alla versatilità dell’umile vasetto di vetro, possiamo conservare praticamente di tutto – comprese le nostre salse di pomidoro.
Secondo un’indagine tra i consumatori europei, è il miglior materiale da usare in gastronomia. Per Eleonora Cozzella “Dal punto di vista della sicurezza alimentare, il 53% degli europei lo sceglie perché ritiene che sia il materiale di confezionamento più sicuro. In Italia questo dato è considerevolmente più alto con il 65% degli intervistati che ritiene che il vetro sia il miglior packaging per i cibi. Per quanto riguarda le bevande, il 73% degli europei considera il vetro come il materiale di imballaggio più sicuro, in linea con il dato italiano (72%). In Italia poi l’utilizzo di bottiglie e vasetti di vetro è superiore alla media europea soprattutto per prodotti quali olio, aceto, vino, birra, salse e condimenti, frutta sciroppata, bibite”.
Per il fai da te delle conserve di pomidoro l’alternativa è l’utilizzo del vetro. Tecnica tanto cara alle nostre mamme e che, soprattutto nel Meridione, fare la salsa, continua ad essere uno dei passatempi più rinomati dell’estate. Viene da concludere che spesso: “Tutti mali non vengono per nuocere”.
Agronomo, storico dell’enogastronomia mediterranea, scrittore e giornalista. E’ stato presidente regionale dell’ARGA, Associazione Regionale dei Giornalisti esperti in agricoltura, ambiente, agroalimentare, turismo rurale, pesca e territorio, organo di specializzazione della Federazione Nazionale della Stampa, scrive per diverse testate giornalistiche nazionali. E’ presidente regionale e vicepresidente nazionale dell’Accademia Internazionale Epulae, segretario generale della Federazione Internazionale dei Giornalisti e Scrittori di Turismo (Flai – Fijet). Ha insegnato Enogastronomia, Vitivinicoltura, Agroalimentare e Turismo Rurale (Terza area) presso gli Istituti Professionali Alberghieri ed Agrari: Paolo Borsellino di Palermo, Ugo Mursia, Sen. G. di Molinari di Sciacca e Calogero Don Vincenti di Bisacquino, nonché in diversi corsi di formazione di Enti Professionali. E’ stato componente come giurato di diverse gare enogastronomiche a carattere nazionale.
Ha al suo attivo diverse pubblicazioni come: I prodotti dell’Isola del sole, Sicilia Rurale, Guida all’Agriturismo siciliano, edizione 2007 e 2008, La Sicilia a cavallo, Sicilia the Excelland, Guida alle agevolazioni contributive e creditizie in agricoltura, per conto della Regione Siciliana; La Riserva Naturale Orientata dei Monti di Palazzo Adriano e Valle del Sosio; La Riserva Naturale Orientata di Monte Carcaci; La Riserva Naturale Orientata di Monte Genuardo e Santa Maria del Bosco, per l’Istituto Poligrafico Europeo; Il Parco dei Monti Sicani, Edizione Sikana Progetti d’Arte; I pani votivi di S. Giuseppe a Chiusa Sclafani e la mostra etnografica di Palermo (1891/92), Ispe Archimede; Atlante del pane di Sicilia, per il Consorzio “Gian Pietro Ballatore”; Cento e più idee per valorizzare le aree rurali, Ed. Ispe Archimede; Cuscus: Storia, cultura e gastronomia, Casa Editrice AGRA Roma; I frutti di Sicilia nell’opera di Gianbecchina con testi di Mario Liberto, Andrea Camilleri, Maria Luisa Spezzani, per il Consorzio Agrario di Palermo; Legumi: gioielli d’Italia, Casa Editrice AGRA Roma; La cucina dei Monsù nel Regno delle Due Sicilie, Ed. Kalòs; Couscous Koinè culturale dei popoli, Ed. Kalòs; Legumi sostenibili: buoni per buongustai, vegetariani e vegani.