
I delicati capelli di Ester e gli occhi infiniti di Cleopatra. Ma anche la sicura attitudine di Giuditta e la femminile dignità repubblicana di Marianna. Anne Sophie Mrva ha 29 anni ed è una nota cabarettista parigina, con una allure che racconta molto dei suoi 14 anni di danza classica alle spalle. Il disordine di fondo, tipico delle affollate brasserie parigine del secondo arrondissement, pian piano scompare e il tempo si dilata con l’incedere della conversazione.
La sicurezza del suo sguardo mi conferma di essere di fronte alla persona giusta per parlare di femminilità, seduzione e vino. Se ci pensiamo bene, il vocabolario del sommelier prende costantemente in prestito dei termini che sono propri di altri mondi. I francesi usano robe, l’elegante vestito da donna, per descrivere il colore del vino. Per noi italiani il vino può essere raffinato, elegante, armonico, morbido, leggero, femminile. E sono proprio questi gli aggettivi con cui Anne Sophie descrive la sua visione della danza e del suo sentirsi donna. Un legame ci deve essere per forza, se non altro perché con tanti fenomeni simili anche il noumeno dovrebbe essere molto simile, direbbe Kant.
Anne Sophie ricorda che la danza è potenza e leggerezza allo stesso tempo, proprio come il vino. E la femminilità è delicatezza ma anche audacia, singolare in ogni sua diversa declinazione personale, proprio come per le infinite varietà di vino. Femminilità sono aromi e consistenze, dolcezze e ruvidità. Esattamente come per il vino. Ci avviciniamo al noumeno, all’origine comune di queste realtà che sono più metafisiche che concrete. Tuttavia, le giarrettiere che appaiono e scompaiono, le paillettes del Crazy Horse o del Paradis Latin (referenze assolute del Cabaret a Parigi), o la tragicità della morte del cigno di Fokine, fanno nascere in noi sensazioni umane, troppo umane per essere soltanto correlate al mondo delle idee.

Anne Sophie Mrva
Il legame non è quindi metafisico, astratto, lontano, ma si sublima nel concetto stesso di desiderio. Sedurre, nelle parole di Anne Sophie, vuol dire far nascere il desiderio. La volontà di di farsi conoscere, senza però dipendere dal giudizio degli altri, senza mai sottomettersi alle intenzioni altrui. Nei vini la questione è molto simile: la tendenza data dai voti di Parker per cui i migliori avrebbero dovuto presentare fortissime note di vaniglia date dall’invecchiamento in botte piccola è ormai una parentesi nella storia del vino. Molti produttori hanno seguito questa strada, come a Chateauneuf du Pape, ma ora poco a poco la stanno già abbandonando. Anche qui, il desiderio con la d maiuscola, quello duraturo e profondo, alla fine non dipende dai giudizi altrui o dalle mode del momento. Il desiderio, infatti, nasce dal sentimento di meraviglia che si prova di fronte ad un prodotto unico, che non ha paura di esprimere la sua irripetibilità con decisione e fierezza. Pensiamo alla rosa nel Nebbiolo, alla boulangerie nei Champagne o alla ciliegia e ai funghi dei grandi rossi di Borgogna. Quando li degustiamo e sentiamo questi aromi al naso, il nostro desiderio si diffonde in mente e corpo e, portandoli alla bocca, speriamo ma sappiamo di ritrovare le stesse sensazioni. Il vino ha potere sulle nostre percezioni estetiche proprio perché riesce a farci entrare in una sorta di comunione con lui.
Il vino iconico dei Cabaret parigini è lo Champagne, ma quello preferito da Anne Sophie è un rosso. Forse perché le ricorderà la passione del colore dei suoi rossetti o forse perché al palato le farà venire in mente il velluto che le tocca sfiorare ogni volta che deve entrare in scena. Tra tutti i rossi è il Côte-Rôtie il vino che vorrebbe trovare nel suo calice per celebrare sé stessa. La dolcezza della cannella, la grazia della violetta e la vivacità del ribes e della mora al naso provocano ad Anne Sophie un piacere che accresce nella lunghezza della loro persistenza. “Questo vino mi sorprende perché rivela i suoi aromi nella loro estensione olfattiva”, spiega Anne Sophie. In questa denominazione del Rodano settentrionale la Syrah forse regala il meglio di sé, proprio come Anne Sophie quando riesce a mantenere il contatto visivo con l’interlocutore per interminabili, e piacevolissimi, minuti.


Francesco Piccat, nato a Saluzzo nel 1991. Vive e lavora a Parigi. È un esperto conoscitore e degustatore dei vini francesi. Ha ottenuto la menzione distinzione al WSET 3.