“Mussennore”: il Cannonau di oggi e la sua storia a Mamoiada dal 1976

Non tutti, ne sono sicura, hanno geograficamente chiaro dove si trovi esattamente Mamoiada, nel vasto territorio sardo. Si trova a sud ovest di Nuoro, a soli 15 km dal capoluogo, immersa nella Barbagia di Ollollai tra i 650 e gli 800 metri s.l.m.

Da qualche anno c’è fermento – non solo nei tini di vinificazione – e la zona sta sempre più attirando l’attenzione di operatori, stampa, appassionati e curiosi, non senza motivo. L’area è rappresentata da circa 400 ettari vitati, per la quasi totalità monopolizzati dal residente principe Cannonaustorico padrone di casa dell’isola. 31 le cantine che lo imbottigliano attualmente, per oltre 400 mila bottiglie totali, quasi tutte sotto la DOC Cannonau di Sardegna (alcune utilizzano la denominazione IGT Barbagia).

Troppo vasto il territorio regionale per avere un’unica DOC di Cannonau. Troppe le differenze tra i suoli, organolettiche, climatiche e di interpretazione dei singoli vignaioli per non alzare la testa e chiedere, a gran voce tutti insieme, il riconoscimento della sottozona Mamoiada in etichetta.

21 aziende si sono unite, dando vita all’Associazione Mamojà

di cui si parla già da diverso tempo, e che sta lavorando assiduamente per la valorizzazione del territorio mamoiadino e del suo Cannonau, unico e diverso da tutti gli altri prodotti in giro per l’isola.

L’Azienda Agricola Mussenore è una delle cantine che, con coraggio e fiducia, ha deciso di rendersi parte attiva per raggiungere questo obiettivo. Vediamo come.

Dopo oltre 40 anni di produzione destinata allo sfuso, come è accaduto e ancora succede per un gran numero di cantine della zona, si è capito che questo Cannonau meritava una possibilità, un “upgrade”, un salto di qualità perché ne aveva tutte le caratteristiche.  Come spesso accade, tutto ha origine grazie a un nonno, in questo caso il Sig. Gesuino che, nel 1976, impiantò un vigneto a Palagorrai, (nome della località in cui sorge l’omonima vigna) posto a circa 620 mt s.l.m, e che da allora non ha mai smesso di produrre ottimo Cannonau di Mamoiada.

Mussennore (in dialetto “Monsignore”, soprannome del nonno all’epoca, da cui deriva il nome dell’azienda) è una storia di famiglia: dopo Gesuino, la coltivazione dei vigneti è passata nelle mani di Maria Antonietta e Pietro e dei loro figli Antonio, Francesco e Roberta Fadda. La nuova generazione, con amore e grande entusiasmo, porta avanti il progetto del nonno.

La famiglia Fadda al completo

I valori aziendali, ma ancor prima familiari, sono, appunto, la famiglia, l’amore per le proprie origini e la consapevolezza che generazione dopo generazione, il patrimonio di cui dispongono vada conservato, custodito con cura e valorizzato al meglio. Il senso di appartenenza ad un territorio unico che regala frutti di enorme valore che non potrebbero essere gli stessi, altrove. Sulle bottiglie, infatti, si legge: “dimenticare i propri antenati, significa essere un albero senza radici” a sottolineare il profondo legame con il territorio. Inoltre, la cooperazione familiare, che nasce in modo spontaneo anche tra gli appartenenti alla comunità di Mamoiada, operando tutti insieme per un unico obiettivo comune.

Con la vendemmia 2019, quindi, il vento cambia: si produce vino con l’obiettivo di imbottigliare il proprio Cannonau facendosi portavoce, insieme ad altri produttori, del territorio di Mamoiada.

Oggi l’azienda è ben organizzata e i tre fratelli, insieme ai genitori, si sono divisi i numerosi compiti che stanno dietro alla gestione di una cantina.  Il 2021, poi, è l’anno in cui viene ingranata la marcia, con la prima commercializzazione del vino imbottigliato: vendemmia 2019 per il Cannonau rosso e 2020 per la versione rosata, nonché l’apertura alla partecipazione ad eventi di settore e allo sviluppo commerciale dei propri vini. Insomma, Mussennore c’è ed è pronta a farsi conoscere ancora di più, anche se già ben posizionata in diverse realtà sul territorio nazionale.

Da sottolineare anche che l’azienda ha già inserito in etichetta “Ghirada Palagorrai”, il cru mamoiadino. Carica di orgoglio e coerenza la scelta della parola sarda “ghirada” che significa appezzamento di terreno. In questo modo il vino viene immediatamente identificato come proveniente da quell’unica vigna. E spesso si tratta di piante ultracentenarie. La parcellizzazione è pronta, c’è sempre stata in modo naturale, a Mamoiada.  Sono nati pronti, sono avanti come lo erano i francesi secoli or sono.

Palagorrai
La vigna di Cannoanu

La vigna di Cannonau nasce su terreni sabbiosi di natura granitica e sciolta, che garantisce un ottimo drenaggio; allevata a cordone speronato, la conduzione è sostenibile e biologica, da sempre. La raccolta delle uve è ovviamente manuale ed avviene tra metà settembre e ottobre.

2000 le bottiglie di Cannonau e 500 di rosato per questa prima uscita sul mercato

Per il rosso, la fermentazione è spontanea con lieviti indigeni. Segue una macerazione di circa 20 giorni, poi una breve sosta di qualche mese in acciaio, cui seguono 10-12 mesi in tonneaux rovere, per finire con ulteriore affinamento di almeno 4 mesi in bottiglia, prima della messa in commercio.

La caratteristica che accompagna questo vino è l’intensità: nel colore rosso rubino profondo, quasi sanguigno; nello spettro olfattivo, che rimarca il sentore di frutti rossi scuri maturi, accompagnati dalla macchia mediterranea dell’isola e note terziarie di tabacco e liquerizia. Al palato, l’intenso sorso carnoso e caldo, tipico del Cannonau, è sorretto da una trama tannica ben tessuta. Come in una piece teatrale, dove tutto si confonde tra il velluto delle stoffe e le luci di scena, è un chiaroscuro che gioca sull’equilibrio, grazie a una spinta balsamica che porta verso un lungo, rinfrescante finale di bocca. Fiero, nella sua struttura di vino potente ma mai sopra le righe, vibra di freschezza sorso dopo sorso. Seducente adesso, generoso in futuro.

Il rosato, sempre da Cannonau in purezza, esegue una pressatura soffice delle uve e una sosta di circa due ore sulle bucce, il tempo necessario per l’estrazione del color corallo vivo che lo contraddistingue. Dopo un passaggio in contenitori d’acciaio, dove rimane per circa otto mesi, successivamente all’imbottigliamento riposa per ulteriori due mesi.

I tipici richiami di frutti rossi croccanti al naso, la freschezza della brezza marina che sembra arrivare fino a quassù, la si sente mettendo il naso nel calice, come spalancare una finestra affacciata sul mare e respirare a pieni polmoni. La leggera pungenza delle erbe aromatiche esalta la sapidità del sorso, di gran carattere e volume. Decisamente adeguato anche a tutto pasto.

Per informazioni:

MUSSENNORE AZIENDA AGRICOLA DI PIETRO E FIGLI S. S

Via Foscolo, n° 5
Mamoiada, 08024
NU (Sardegna)

Telefono: +39 329 28 10 053
E-mail: [email protected]