Piemonte e Valle d’Aosta: dalle comunità Walser, un codice etico per un turismo sostenibile.

La Carta dei Valori Walser: 10 principi da condividere tra comunità locali e ospiti, per tutelare ambiente, cultura ed economia delle terre alte.

Sono arrivati nel sud delle Alpi nel medioevo, per colonizzare le terre alte, sino ad allora poco frequentate se non del tutto disabitate, e hanno fondato colonie stabili, in un territorio che va dalla Val Formazza, nel Piemonte orientale, sino all’estremo opposto del Monte Rosa, nella Valle del Lys, in Valle d’Aosta. Alcuni di questi insediamenti, con il tempo, sono diventati graziosi paesi, altri, invece, sono rimasti quasi immutati, e rimangono splendide testimonianze storiche, architettoniche e culturali che rendono le escursioni lungo il Walserweg, il sentiero che ripercorre le vie lungo le quali i Walser hanno camminato nel corso della loro migrazione, un’esperienza affascinante, immersi in paesaggi spettacolari.

foto Riccardo Carnovalini ©

Ancora oggi le comunità Walser abitano questi territori e continuano a prendersi cura delle terre alte, integrando le attività tradizionali con il turismo, cercando di progettare un futuro sostenibile e che regali agli ospiti/visitatori esperienze sempre più piacevoli.

Mercoledì 19 marzo, la Südwalserverein, associazione che riunisce le comunità Walser a sud delle Alpi, ha presentato ufficialmente, nella Gemeinde Stube di Formazza, la Carta dei Valori Walser, un decalogo di buone pratiche, da condividere tra i residenti e con i turisti/visitatori, con lo scopo di operare insieme per far crescere un’economia di pace che non esaurisca le risorse, preservi la biodiversità e i territori più delicati, custodisca il paesaggio storico, la lingua e la cultura.

Un nuovo approccio al rispetto del territorio e al rapporto tra turismo e comunità residenti, per garantire un’esperienza serena e indimenticabile ai visitatori/ospiti e un futuro sostenibile all’ambiente montano e a chi ci vive.

Paola Borla, presidente della Südwalserverein, ribadisce che“nella Carta dei Valori viene sintetizzato il nostro impegno in un dialogo aperto a tutti. È lo specchio della nostra identità e del nostro modo di vivere nelle alte terre, adattandoci in un ambiente non sempre facile, ma aiutandoci nelle difficoltà. Per questo abbiamo stilato questo decalogo: un impegno profondamente sentito e concreto che vogliamo condividere con tutti i Walser e con chi verrà a visitare la nostra casa comune.”

Come evidenziano nella presentazione gli autori del codice etico, la Carta dei Valori Walser è un impegno per il mondo del futuro. Un decalogo con il quale le comunità Walser cercano di immaginare, per chiunque deciderà di vivere in queste valli, un avvenire prospero ma sostenibile. Un codice etico che trova ispirazione non solo nell’eredità culturale dei Walser ma anche in documenti fondanti della comunità italiana, europea ed internazionale, come la Costituzione italiana e l’Agenda ONU 2030 per lo sviluppo sostenibile.

Il cammino dei Walser”, dice lo storico Massimo Bonola, “ci mostra un modello di relazione tra ambiente e territorio: Materiale e immateriale; Un modello di transizione ecologica e sostenibilità ambientale, tra consumi e conservazione delle risorse; Un modello di adattamento climatico, di flessibilità produttiva, di disponibilità al cambiamento; Il ripopolamento delle Alpi, le nuove migrazioni, la necessità di proporre stili di vita sostenibili.”

foto Riccardo Carnovalini ©

Nella Carta dei Valori, progetto sostenuto e finanziato dalla Fondazione Compagnia di San Paolo, sono racchiusi i principi sui quali è stato ideato anche il progetto Walserweg, “la via dei Walser”, realizzato in collaborazione con l’Internazionale Vereinigung fur Walser, associazione che riunisce le associazioni Walser di Svizzera, Italia, Francia Austria e Liechtenstein. Un progetto nato con lo scopo di salvaguardare e valorizzare il patrimonio culturale locale, la lingua e le antiche tradizioni e che mette a disposizione dei turisti che progettano di percorrere gli antichi sentieri attraversati dai primi coloni in epoca medievale, strumenti informativi e di supporto al loro viaggio.

I Walser costituiscono una parte distintiva e idiosincratica della regione alpina e ancora oggi sono spesso caratterizzati dalla stessa volontà di sopravvivenza che ha permesso loro di resistere per oltre 700 anni alle quote più alte del nostro mondo montano.” ribadisce Paul Schnidrig, presidente dell’associazione Internazionale Vereinigung fur Walser, “Tuttavia, i Walser non sono semplicemente una rustica reliquia dei tempi passati. Queste persone vivono in e con le montagne e hanno la volontà di farlo anche nel prossimo futuro, per cui qua e là un contadino alpino è diventato un albergatore o un ebanista e la moglie di un contadino di montagna è diventata una segretaria d’albergo o un’insegnante di scuola di paese.

Si tratta di realizzazioni di per sé positive. Tuttavia, sappiamo che la cultura Walser è in pericolo, minacciata o, purtroppo, sta addirittura scomparendo. Ce ne rammarichiamo, ma per noi non è un motivo per rassegnarci né per opporci a gran voce, anche se sappiamo certamente come difenderci da alcuni sviluppi nelle regioni alpine. Ciò che ci sembra importante è che chiunque conosca meglio il popolo Walser, sparso per 300 chilometri in circa 150 insediamenti nelle Alpi centrali, lo comprenda meglio.”

La Carta dei Valori Walser, è un insieme di buone pratiche, rivolto alle comunità e agli ospiti che ha tra i principi lo sviluppo di un’economia di pace; la tutela della lingua e della cultura; la solidarietà; l’agricoltura sostenibile e il patrimonio ambientale; la salvaguardia di bosco, prato e pascolo; l’ospitalità; la cura per il territorio.

Un documento che nasce dall’esigenza delle comunità di far conoscere i propri valori alle persone che frequentano queste montagne. Valori che i Walser della Sudwalserverein sperano vengano compresi e condivisi, affinché i visitatori possano trascorrere un’esperienza serena e vera all’interno delle comunità che qui abitano, collaborando attivamente ad un comune progetto per la salvaguardia della natura e della cultura, così che possano essere vissuti oggi e dalle future generazioni.

I rappresentanti delle varie comunità Walser, riuniti per la presentazione della Carta dei Valori

* CHI ERANO GLI ANTICHI WALSER CHE SI INSEDIARONO NEL SUD DELLE ALPI

I Walser, un popolo di origine germanica, negli ultimi secoli del medioevo, tra il XII e il XIII secolo, si spostarono dal Vallese, loro terra natale, e formarono insediamenti permanenti al sud del Monte Rosa, nei Grigioni, nel Voralberg, sino alle estremità dell’Alta Savoia, dell’Oberland Bernese, dell’Alto Ticino e del Tirolo.

Il nome Walser è la contrattura del termine tedesco Walliser, ovvero “vallesano”, abitante del Canton Vallese. Questo nome è giunto fino a noi dallo scritto Homines dicti Walser, datato 1319.

In Italia, in accordo con i signori proprietari di quelle terre, si spostarono in piccoli gruppi per colonizzare le Alte Terre(espressione con cui si indicano le regioni di montagna vissute dall’uomo) in quattro vallate principali: la Val d’Ossola e la Valsesia in Piemonte, la Valle di Gressoney e la Val d’Ayas in Valle d’Aosta. I terreni incolti a loro destinati avevano caratteristiche tali che nessuno prima era riuscito nell’impresa di sfruttarli: solo la caparbietà e la capacità di adattamento di questo popolo consentì loro di trasformare le Alte Terre da luogo aspro, fruibile solo in estate, ad ambiente abitabile tutto l’anno, dove poter costruire fissa dimora.

Ancora oggi, una delle caratteristiche più evidenti e distintive dei paesi Walser, è l’architettura delle case in legno costruite con la tecnica del blockbau. Il relativo isolamento nel quale hanno vissuto, ha consentito di conservare sino ad oggi, per 700 anni, non solo l’architettura ma anche la lingua e la cultura.

foto Riccardo Carnovalini ©