Questa che stiamo vivendo è una delle estati più calde che si siano conosciute, quindi, non riesco a pensare, come argomento di scrittura, nulla che non sia rinfrescante e rimineralizzante, come ad esempio il cetriolo.
Il cetriolo appartiene alla famiglia delle Cucurbitaceae, si pensa originario dell’India, ma diffuso nel Mediterraneo grazie agli Egizi. È piacevole da mangiare in estate perché è ricco di acqua, povero di grassi e apporta solo 12 kcal per 100 g di prodotto fresco. Contiene Vitamina K in buona quantità e Vitamine del gruppo B, inoltre, è ricco di Magnesio, Potassio e Fosforo.
È un ortaggio che favorisce l’eliminazione dell’eccesso di liquidi, per la presenza del potassio, svolgendo un’azione benefica nel normalizzare la pressione. Sempre per la presenza di acqua e potassio favorisce la depurazione e la diuresi, limitando, in questo modo anche la formazione di calcoli renali e l’eccesso di acido urico. Favorisce il recupero della forma fisica, per la presenza di acido tartarico, che, legandosi ai carboidrati ne riduce l’assimilazione e ne favorisce l’eliminazione con le feci, anche per la presenza di fibre.
Per poter approfittare degli effetti benefici è preferibile mangiarli freschi, in insalata, o sotto forma di succo o frullato, ottenendo così un’ottima bevanda rinfrescante. Ne ho trovato una, a base di cetriolo, che ho voluto provare e vi confesso che ho trovato dissetante e piacevolissima nel gusto.
Bevanda detox limone e cetriolo:
Ingredienti:
Acqua fresca, 1 litro;
cetrioli, 2;
limoni da coltivazione biologica, 2;
menta foglie, 8.
Versare l’acqua in una caraffa, sbucciare i cetrioli, tagliarli a fette e metterli nella caraffa con l’acqua. Lavare accuratamente i limoni e tagliarli a fette. Lavare le foglie e metterle nella caraffa. Lasciare riposare in frigo, anche tutta la notte e bere a bicchieri.
Un’altra ricetta molto famosa coi cetrioli è lo Tzatkiki, la famosa salsa greca che si accompagna agli altrettanto famosi Souvlaki, gli spiedini di carne, o i Gyros, che ricorda un po’ il kebab, però con carne di maiale e verdure, tipico cibo da strada greco. La salsa Tzatziki si accompagna bene sia a piatti di carni che di pesce, oppure come aperitivo insieme alla Pita, il caratteristico pane tondo e morbido, tipico della Grecia e del Medio Oriente.
Però, adesso torniamo allo Tzatziki e alla sua ricetta (https://ricette.giallozafferano.it/Tzatziki-smirneico.html):
Ingredienti:
Yogurt greco, 400 g;
aglio, 2 spicchi;
aceto di vino bianco, 10 g;
cetrioli (preferibilmente di origine biologica) 175 g circa;
olio extravergine d’oliva, 20 g;
sale, q.b.
Lavare i cetrioli e togliere la parte interna contenente i semi, se presenti. Grattugiare il cetriolo con grattugia a maglie larghe, senza togliere la buccia. Mettere il cetriolo grattugiato in un colino, lasciando colare l’acqua di vegetazione per circa un’ora.
Sbucciare l’aglio e tagliarlo finemente, schiacciandolo col coltello fino ad ottenere una crema, volendo si può utilizzare il mortaio col pestello.
Versate lo yogurt in un contenitore, aggiustate di sale, aggiungete l’olio e l’aceto, alternandoli tra di loro, mescolando bene.
Strizzate bene con il cucchiaio il cetriolo in modo da eliminare tutta l’acqua di vegetazione e unirla allo yogurt. Mescolate bene, aggiungete la salsa a base di aglio e mescolate di nuovo. Conservate in frigo per circa 2-3 ore e servite accompagnando con olive, menta o aneto.
Volendo si può sostituire l’aceto con del succo di limone.
Anche per la pelle è un prezioso alleato perché, contenendo polisaccaridi, aiuta ad idratare la pelle, ad avere un’azione lenitiva ed antinfiammatoria, anche nelle ustioni da caldo, ed astringente, nel caso delle pelli acneiche. Si possono utilizzare a fettine sugli occhi, per ridurre il gonfiore oculare, mentre negli altri casi (per l’azione lenitiva, antinfiammatoria e antiacne) si può frullare ed applicare come una maschera per circa 20 minuti e poi risciacquare con acqua fresca.
Termino con alcune curiosità (https://www.iconmagazine.it/food/cetriolo-4-curiosita-forse-non-conoscevi/):
“VIAGGIO INTORNO AL MONDO
Il cetriolo è originario dell’India e della Mesopotamia, ed è citato nell’Epopea di Gilgamesh, antico testo di ambientazione sumerica risalente a un periodo compreso tra il 2600 e il 2500 a.C. Giunto in Europa attraversando il Mediterraneo, viene esportato nelle Americhe durante il XVI secolo dai navigatori europei che seguivano le rotte aperte da Cristoforo Colombo – e che portarono al di là dell’oceano anche asparagi, carciofi, cardi, cavoli, lattuga e sedano.
SERRE PORTATILI
Nella Naturalis Historia, Plinio il Vecchio (23 – 79 d.C.) racconta che l’imperatore romano Tiberio era ghiotto di cetrioli e incoraggiò il ricorso a metodi di coltivazione che ne garantissero la presenza in tavola tutti i giorni dell’anno. In particolare, furono predisposte delle piccole serre semoventi che venivano spostate in modo da offrire sempre la migliore esposizione ai raggi del sole. In caso di gelate, venivano messe al riparo di portici.
AFRODISIACO OPPURE NO?
La natura stimolante del cetriolo è controversa: in alcune regioni è considerato un eccitante, in altre è addirittura ritenuto controproducente. Siamo insomma di fronte all’esempio perfetto dell’adagio secondo il quale il cervello è il miglior afrodisiaco e i cibi che ne fanno scattare i meccanismi erotici contano solo fino a un certo punto.
PAURA INFONDATA
Nel maggio del 2011 si diffuse la convinzione che cetrioli spagnoli contaminati dal batterio Escherichia Coli fossero responsabili della morte di alcune persone in Germania, Austria e Repubblica Ceca. Alcuni supermercati tolsero questi ortaggi dagli scaffali e i produttori spagnoli dovettero distruggerne ingenti quantità. Si scoprì più tardi che i cetrioli erano stati accusati ingiustamente e il governo iberico chiese un risarcimento.”.
Non mi resta che augurarvi buon appetito con qualcosa di veramente rinfrescante.
Dal punto di vista universitario la mia carriera si potrebbe riassumere in poche parole: farmacista, biologa e nutrizionista . La passione dell’enogastronomia è nata, invece, un po’ prima del periodo universitario. Già dalle superiori, frequentando l’Istituto per Chimici “Michele Giua”, una delle materie di studio era Impianti Chimici ed uno dei docenti, l’allora Direttore della Cantina di Dolianova, ci aveva fatto studiare tutto il processo di produzione del vino, degustazione compresa. È stata una passione nata in quel periodo e che ho inseguito, per un bel po’ di tempo, nei periodi un po’ più liberi dagli studi universitari e di aggiornamento professionale. Finalmente nel 2019 sono diventata Sommelier e nel 2020 Maestro Degustatore Salumi, ma intorno al 2000 ho diretto la produzione alimentare e liquoristica presso un’azienda sarda, occupandomi anche di Ricerca scientifica applicata alla produzione industriale. Con Epulae ho iniziato a scrivere di questo mondo che mi appassiona, cercando di trasmettere non solo l’entusiasmo, ma anche tanti anni di approfondimento e di esperienza pratica.