“U Cciarduni” della pasticceria Motel San Pietro di Castronovo di Sicilia, riconosciuto da Epulae “Pezzo da 90″.
“U Cciarduni” della pasticceria Motel San Pietro di Castronovo di Sicilia conquista il titolo di “Pezzo da 90 dell’Enogastronomia italiana”.
“I Pezzi da 90 dell’Agroalimentare Italiano” è un progetto di EPULAE Accademia Enogastronomica Internazionale “Associazione di Promozione sociale ed Ente del Terzo Settore” Riconosciuta Giuridicamente nel 2009 con ex decreto del Presidente della Repubblica Italiana n° 361/2009. Ai prodotti dell’agroalimentare italiano riconosciuti “Pezzi da 90” dalla commissione giudicatrice, viene conferito con un punteggio da 92 a 95/100 il diploma Anfora d’Argento di Epulae e con un punteggio dai 95,1 ai 100/100 l’Anfora d’Oro di Epulae.
Al Cciarduni della pasticceria Motel San Pietro di Castronovo di Sicilia è stato riconosciuto il titolo di“Pezzo da 90 dell’Enogastronomia italiana”, a consegnare il prestigioso riconoscimento è stato il Presidente dell’Accademia Internazionale Epulae il giornalista enogastronomo Angelo Concas.
Attraversando lo scorrimento veloce Palermo-Agrigento, a metà percorso, è facile imbattersi in un’enorme distributore di carburante con annesso mega bar, una volta anche albergo, dove impera la pasticceria e un ottimo salato, entrambi capaci di ristorare pancia e animo. Un luogo magico perché per secoli ha rappresentato e, continua ad esserlo, un punto di approdo per tutti coloro che si avventuravano verso la costa tirrenica o mediterranea. Nei secoli passati era conosciuta come stazione Comiciana, posizionata sull’Itinerarium Antonini, di epoca romana, redatto tra la fine del III e la metà del IV secolo, e il tratto della Via Francigena che congiungeva Agrigento, con la dorsale del medesimo percorso di Palermo – Messina, e successivamente come località S. Pietro, luogo che ha ospitato anche uno dei primi Parlamenti siciliani. Sito che, dopo gli ultimi scavi archeologici, viene collocato nel periodo sicano. Ma torniamo ‘o cciarduni. Tra le tante prelibatezze dolciarie del motel San Pietro salta all’occhio uno dei dolci più curiosi della pasticceria siciliana: ‘u cciarduni, un tubo di pasta frolla ricoperto di granuli di mandorle tostate con l’interno ripieno di ricotta zuccherata, scaglie di cioccolata e ricoperti da una spolveratina di zucchero a velo. Questa leccornia, a detta dei più rinomati esperti, fa parte del patrimonio dolciario di Agrigento e della sua provincia, infatti lo si trova, principalmente in questo lembo di territorio ma anche nei paesi limitrofi come Castronovo di Sicilia, Lercara Friddi, Cammarata, ecc. Pasticciere dello storico locale è Antonio Arcieri originario di San Giovanni Gemini (AG), che da vent’anni delizia i palati degli agrigentini e non solo. ‘U cciarduni è anche una delle tipicità della judè Bivona (AG), dolce che viene preparato, ancora oggi, da tutte le famiglie. Giuseppe Coria, nella sua monumentale opera: Profumi di Sicilia, ricorda anche ‘u cciarduni di Raffadali, mentre, il musicista e scrittore, Edoardo Cicala, evidenzia che: “nelle pasticcerie di Agrigento ‘u cciarduni non manca mai”. Per i meno fortunati, poiché non hanno mai avuto il piacere di degustare questa prelibatezza, ribadisco che si tratta praticamente di cilindri a base di una simil-pasta frolla, farciti con crema di ricotta e cioccolato e ricoperti da granella di mandorle tostate. I meno attenti potrebbero sostenere che si tratta di un’evoluzione dei cannoli o dell’ova murina di Sciacca. Vi dico subito, no! Questo è ‘u ciarduni, pezzo da 90 della pasticceria siciliana. Dolce unico che non ha eguali, capace di provocare emozioni. La sofficità e dolcezza della ricotta amalgamata alla granella tostata di mandorle crea un armonia di gusti che non ha eguali. La ricetta Per la ricetta vi consiglio di realizzare quella descritta da Sicil-EAT: “Amore per il cibo siciliano” dal gruppo di cucina di Mariella Bordino. Ingredienti: farina 500 gr – zucchero 150 gr – strutto 100 gr – 1 busta vanillina – 15 gr di ammoniaca – latte tiepido q.b. – mandorle con la buccia tostate e macinate 250 gr – acqua 80 ml – 160 gr di zucchero. Preparazione Mescolate la farina e lo strutto con le mani, poi unite lo zucchero, la vaniglia e l’ammoniaca. All’impasto unite poi il latte tiepido fino ad ottenere un composto non troppo duro, fate riposare la pasta dei ciarduna per 30 minuti, se fa caldo, la mettete in frigo. Stendere l’impasto fino a ottenere una sfoglia sottile, fate delle strisce larghe 7 cm avvolgeteli ai cilindri dei cannoli imburrati non fate aderire troppo la pasta altrimenti avrete problemi per staccarli, bagnare con dell’acqua i lembi della pasta prima di saldarli l’uno sull’altro, e metterle a cuocere in forno preriscaldato a 180 °C fino a doratura (15 minuti circa). Una volta cotti, porre le scorze dei cialdoni a raffreddare a temperatura ambiente. Per staccarli girate piano i cilindri. Per lo sciroppo di zucchero: sciogliere lo zucchero in un tegame insieme all’acqua fredda e portare a bollore. Dopo altri 2-3 minuti, togliere dalla fiamma e lasciare intiepidire. Spennellare le scorze dei cialdoni con lo sciroppo di zucchero e passarli sulla granella di mandorle tritate. Introdurre la crema di ricotta nelle scorze solo poco prima della consumazione, a meno che non si gradiscano dei cialdoni dalla scorza un po’ più ammorbidita dalla crema. Infine, cospargere con zucchero a velo. Per la crema di ricotta: 500 di ricotta di pecora – 150 g di zucchero – scaglie di cioccolato. Trucchi del mestiere: Fate scolare la ricotta con uno scolapasta almeno 1 giorno prima dal suo utilizzo. Vi consiglio di girare la teglia dopo 10 minuti dall’infornata, in modo da ottenere una cottura più uniforme.
Agronomo, storico dell’enogastronomia mediterranea, scrittore e giornalista. E’ stato presidente regionale dell’ARGA, Associazione Regionale dei Giornalisti esperti in agricoltura, ambiente, agroalimentare, turismo rurale, pesca e territorio, organo di specializzazione della Federazione Nazionale della Stampa, scrive per diverse testate giornalistiche nazionali. E’ presidente regionale e vicepresidente nazionale dell’Accademia Internazionale Epulae, segretario generale della Federazione Internazionale dei Giornalisti e Scrittori di Turismo (Flai – Fijet). Ha insegnato Enogastronomia, Vitivinicoltura, Agroalimentare e Turismo Rurale (Terza area) presso gli Istituti Professionali Alberghieri ed Agrari: Paolo Borsellino di Palermo, Ugo Mursia, Sen. G. di Molinari di Sciacca e Calogero Don Vincenti di Bisacquino, nonché in diversi corsi di formazione di Enti Professionali. E’ stato componente come giurato di diverse gare enogastronomiche a carattere nazionale.
Ha al suo attivo diverse pubblicazioni come: I prodotti dell’Isola del sole, Sicilia Rurale, Guida all’Agriturismo siciliano, edizione 2007 e 2008, La Sicilia a cavallo, Sicilia the Excelland, Guida alle agevolazioni contributive e creditizie in agricoltura, per conto della Regione Siciliana; La Riserva Naturale Orientata dei Monti di Palazzo Adriano e Valle del Sosio; La Riserva Naturale Orientata di Monte Carcaci; La Riserva Naturale Orientata di Monte Genuardo e Santa Maria del Bosco, per l’Istituto Poligrafico Europeo; Il Parco dei Monti Sicani, Edizione Sikana Progetti d’Arte; I pani votivi di S. Giuseppe a Chiusa Sclafani e la mostra etnografica di Palermo (1891/92), Ispe Archimede; Atlante del pane di Sicilia, per il Consorzio “Gian Pietro Ballatore”; Cento e più idee per valorizzare le aree rurali, Ed. Ispe Archimede; Cuscus: Storia, cultura e gastronomia, Casa Editrice AGRA Roma; I frutti di Sicilia nell’opera di Gianbecchina con testi di Mario Liberto, Andrea Camilleri, Maria Luisa Spezzani, per il Consorzio Agrario di Palermo; Legumi: gioielli d’Italia, Casa Editrice AGRA Roma; La cucina dei Monsù nel Regno delle Due Sicilie, Ed. Kalòs; Couscous Koinè culturale dei popoli, Ed. Kalòs; Legumi sostenibili: buoni per buongustai, vegetariani e vegani.
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