Di Gianfranco Quartu
Si è concluso davvero nel migliore dei modi il 77° Congresso Nazionale dell’Assoenologi, con una splendida serata di gala in una suggestiva location immersa tra vigneti e uliveti.
Zona agricola per entrambe le eccellenza sarde, il vino e l’olio, trovano in questi luoghi uno degli ambienti più favoriti per fornire prodotti di alta qualità.
E qui, immersa in uno stupendo scenario rurale si trova Is Paulis, un’eccellenza nella ristorazione e nell’ospitalità.
Grandi professionisti che hanno accolto, nella serata di venerdì 31 maggio, relatori e ospiti del Congresso per trascorrere una serata elegante con ottimi vini, squisiti piatti, musica, balli e spettacoli della tradizione popolare.
Durante la serata, l’antropologa Alessandra Guigoni ha illustrato accuratamente una selezione di pani tipici provenienti da tutta l’isola, che sono stati creati per l’occasione da 20 panificatori associati all’Accademia del lievito madre.
Un aperitivo di benvenuto per i convitati alla luce di un bellissimo tramonto sulle campagne e i vigneti della zona circostante.
Oltre 500 gli ospiti alla cena di gala con un tipico menu sardo sapientemente rivisitato dalla maestria dello chef Alessandro Taras.
Il convivio si apre con una tartare di sardo modicana, ricotta mustia, cipolle agrodolci, capperi e croccante al pecorino. Una vera delizia seguita da un primo piatto che difficilmente si potrà scordare, una meravigliosa fregola mantecata ai gamberi, bisque di crostacei, fiori di zucca e scorze di limone.
A questo punto si apre una prima parte coreografica di prestigio con la forte presenza dei Mamuthones e Issohadores, tipiche maschere arcaiche della Sardegna. Maschere di legno annerito e pelli e campanacci sulla spalle dei primi e maschere bianche e corpetto rosso sui secondi, con i loro riti di venerazione degli animali che molti studiosi fanno risalire all’età nuragica.
Poi la cena continua, il primo piatto con la sua armonia ed equilibrio di sapori lascia spazio ad un secondo piatto che a pieno titolo è una delle maggiori espressioni della cucina regionale sarda: il maialetto. Anche qui una deliziosa variazione sul tema con un maialetto da latte glassato, patata morbida, scalogni e salsa al Carignano.
E infine il dessert con una mousse di ricotta, agrumi e zafferano, meringhe e salsa al miele.
Il raffinato sapore e la leggerezza di questa prelibatezza lasciano gli animi disposti all’esibizione dei Tenores di Bitti, un’eccellenza musicale sarda, conosciuta in tutto il mondo e che è entrata a pieno titolo fin dal 2005 come patrimonio immateriale dell’umanità dell’Unesco. Quattro brani che hanno incantato gli ospiti, voci arcaiche di canti che si perdono nella notte dei tempi, canti profani che narrano storie di pastori e animali. Ma è anche la sacralità del canto che emerge in una struggente Ave Maria.
I Tenores di Bitti “Mialinu Pira”
Infine un’esibizione dei Gruppi folk di Serdiana e di Sestu in abito tradizionale, che si sono esibiti nei più caratteristici balli sardi e poi suonatori di launeddas, uno dei più antichi strumenti musicali del Mediterraneo.
Una serata davvero spettacolare, come spettacolare l’infinita lista di vini che hanno accompagnato la cena, rigorosamente presentati e versati dai sommeliers dell’Ais che ancora una volta ha avuto modo di esprimere la loro grande professionalità.
A conclusione della serata i ringraziamenti e i saluti del presidente nazionale dell’Assoenologi Riccardo Cotarella e del presidente regionale Mariano Murru. Un arrivederci al prossimo anno in Sicilia in uno scenario d’incanto come quello di Agrigento.
Gianfranco Quartu giornalista e food blogger. Si occupa di storie di cucina, di cibo, alimentazione e food photography. Su Instagram @Cucinieremoderno