Francesco Caruso, emerito primario di otorinolaringoiatria dell’Ospedale Civico di Palermo, cultore ed autore di un libro sull’olio extravergine di oliva, relatore in numerosi convegni, da qualche tempo ha intrapreso una battaglia contro le etichette a semaforo ed a batteria, schierandosi nettamente a favore dell’”oro verde”, con una serie di lettere e sollecitazioni inviate a tutta la classe politica nazionale ed europea.
Prof. Caruso, perché “è indignato” contro le etichette a semaforo e a batteria?
“In data 19 dicembre 2019 il prof. Ricciardi, assieme ad altri 4 eminenti prof. italiani hanno firmato un’articolo su “II Giornale.it” a favore dell’introduzione del Nutriscore, con un appello indirizzato ai politici italiani, alle istituzioni sanitarie italiane ed ai consumatori, invito sostenuto anche in diverse trasmissioni pubbliche televisive. Il profondo amore, la passione per l’extravergine di oliva ed il rispetto del vero mi impongono di contrastare l’utilizzo del sistema Nutriscore sostenuta dal prof. Ricciardi e da alcuni scienziati italiani e internazionali, da comitati di esperti, da vari media (che fanno il giuoco dei grandi produttori di olio di colza), di diversi paesi europei”.
Qual’ è il nesso tra Nutriscore e l’olio di oliva extravergine?
“La diatriba nasce dal fatto che l’olio extravergine di oliva viene classificato, nella tavola di comparazione, alla lettera “C” (cibo di semi buono), associandolo all’olio di colza, facendo intendere che i due grassi sono equivalenti.
Questa affermazione è una mistificazione e prevaricazione nei riguardi degli agricoltori e dei consumatori (di qualunque nazione), ai quali il progetto si rivolge con lo scopo di aiutarli ad eseguire una sana scelta del cibo”.
Che differenza c’è tra l’olio di oliva extravergine e l’olio di colza?
“L’olio di colza è anni luce distante dall’extravergine di oliva, ne elenco alcune principali differenze. L’olio di colza è estratto da semi OGM modificati con procedimenti chimici; contiene l’acido erucico, altamente tossico per l’uomo responsabile di cardiopatie ed epatopatie, inoltre nei bambini disturba la crescita; contiene acidi grassi TRANS (potenti radicali liberi che si sviluppano nei processi di raffinazione).
Al contrario, l’extravergine di oliva è l’unico olio commestibile estratto meccanicamente, non ha bisogno di purificazione; da millenni è usato come farmaco specie nei bambini; è l’unico olio ad avere i meravigliosi e salutari composti minori (le vit E,A,D,K, i polifenoli, gli steroli, lo squalene, le clorofille, le aldeidi e l’acido oleanolico); questi composti minori espletano importantissime azioni salutari e farmacologiche: antiossidanti, antiinfiammatori, nutritive, nutraceutiche, antitumorali, antibatteriche, antivirali e stimolanti il sistema immunitario. Oggi, alle innumerevoli virtù dell’extra vergine di oliva si aggiunge quella di possedere azioni simili ai farmaci adoperati nella terapia contro il covid-19 (anti aggregante piastrinici, anti infiammatori, [bloccocitochine], azioni simili agli anticorpi monoclonali, agli steroli e stimolante il sistema immunitario).
Considerate queste vistose differenziazioni perché si continua ad insistere sul Nutrascore?
Il vero motivo di questa guerra, diciamolo pure chiaramente, è economicopolitico. Tutte le Nazioni che producono olio di colza hanno enormi profitti. L’olio di colza è utilizzato dalle multinazionali alimentari per la preparazione dei prodotti da forno, gelaterie, pasticcerie e rosticcerie. Questi motivi, però, non possono e non devono portare a stravolgere la verità chimica, scientifica, nutrizionale e le proprietà salutistiche differenti possedute dall’extravergine di oliva nei confronti dell’olio di colza. La salute dell’individuo è il bene primario in assoluto, nessuno può permettersi di danneggiarla.”
Agronomo, storico dell’enogastronomia mediterranea, scrittore e giornalista. E’ stato presidente regionale dell’ARGA, Associazione Regionale dei Giornalisti esperti in agricoltura, ambiente, agroalimentare, turismo rurale, pesca e territorio, organo di specializzazione della Federazione Nazionale della Stampa, scrive per diverse testate giornalistiche nazionali. E’ presidente regionale e vicepresidente nazionale dell’Accademia Internazionale Epulae, segretario generale della Federazione Internazionale dei Giornalisti e Scrittori di Turismo (Flai – Fijet). Ha insegnato Enogastronomia, Vitivinicoltura, Agroalimentare e Turismo Rurale (Terza area) presso gli Istituti Professionali Alberghieri ed Agrari: Paolo Borsellino di Palermo, Ugo Mursia, Sen. G. di Molinari di Sciacca e Calogero Don Vincenti di Bisacquino, nonché in diversi corsi di formazione di Enti Professionali. E’ stato componente come giurato di diverse gare enogastronomiche a carattere nazionale.
Ha al suo attivo diverse pubblicazioni come: I prodotti dell’Isola del sole, Sicilia Rurale, Guida all’Agriturismo siciliano, edizione 2007 e 2008, La Sicilia a cavallo, Sicilia the Excelland, Guida alle agevolazioni contributive e creditizie in agricoltura, per conto della Regione Siciliana; La Riserva Naturale Orientata dei Monti di Palazzo Adriano e Valle del Sosio; La Riserva Naturale Orientata di Monte Carcaci; La Riserva Naturale Orientata di Monte Genuardo e Santa Maria del Bosco, per l’Istituto Poligrafico Europeo; Il Parco dei Monti Sicani, Edizione Sikana Progetti d’Arte; I pani votivi di S. Giuseppe a Chiusa Sclafani e la mostra etnografica di Palermo (1891/92), Ispe Archimede; Atlante del pane di Sicilia, per il Consorzio “Gian Pietro Ballatore”; Cento e più idee per valorizzare le aree rurali, Ed. Ispe Archimede; Cuscus: Storia, cultura e gastronomia, Casa Editrice AGRA Roma; I frutti di Sicilia nell’opera di Gianbecchina con testi di Mario Liberto, Andrea Camilleri, Maria Luisa Spezzani, per il Consorzio Agrario di Palermo; Legumi: gioielli d’Italia, Casa Editrice AGRA Roma; La cucina dei Monsù nel Regno delle Due Sicilie, Ed. Kalòs; Couscous Koinè culturale dei popoli, Ed. Kalòs; Legumi sostenibili: buoni per buongustai, vegetariani e vegani.