La Cantina Su‘entu risponde alla crisi pandemica con nuovi progetti e con il loro Bovale SU’DITERRA Marmilla IGT

La Cantina Su‘entu risponde alla crisi pandemica con nuovi progetti e con il loro Bovale SU’DITERRA Marmilla IGT che, con l’annata 2020, si propone affinato solo in acciaio, concedendosi vinoso, fruttato, fresco, succoso e ricco di sapidità.

“Nuovi progetti per Su’entu: un vino per il dopo pandemia”.

Il 18 maggio la Cantina Su’entu ha riaperto le sue porte per presentare il nuovo progetto SU’DITERRA Bovale Marmilla IGT 2020, figlio di un’idea ambiziosa iniziata con la sua stessa fondazione. La cantina, nata dalla volontà della Famiglia Pilloni, nei suoi dodici anni di vita ha scommesso in maniera convinta su due elementi: il Bovale e la Marmilla, il vitigno e il territorio. Nel 2019 è stato presentato il “Vigneto Geni”, un nuovo corpo aziendale di 30 ettari, frutto di un accorpamento fondiario di una collina nella quale sorge il nuraghe “Cuccuru de is bingias” (la collina delle vigne) per dare ancora maggior spazio al Bovale: in questa prospettiva è nata l’idea di reinterpretare il SU’DITERRA. Il nuovo vino completa il progetto di valorizzazione del vitigno affiancandosi alla declinazione in rosato del NINA Isola dei Nuraghi IGT, al classico del SU’NICO Bovale Marmilla IGT e alla Riserva SU’OLTRE Marmilla IGT. Cosa non cambia del SU’DITERRA? La freschezza e la piacevolezza che da sempre lo hanno contraddistinto, rendendolo un rosso delicato. Quali sono invece le novità del nuovo SU’DITERRA? Con l’annata 2020 diventa un 100% Bovale, acquisendo la denominazione Marmilla IGT. Un attento utilizzo dell’acciaio ha permesso di ottenere un vino dalla grande luminosità, con un profilo olfattivo dal frutto intenso e dai sentori di macchia mediterranea, dal sorso pieno e appagante e dalla grande versatilità gastronomica. La parte della Vigna del Bovale dedicata a questo vino ha un impianto a guyot e le sue uve vengono vendemmiate a metà settembre”.

Oggi alla guida di questa splendida realtà, fondata dal padre Salvatore, ci sono i fratelli Valeria, Roberta e Nicola Pilloni. La Cantina Su’entu è posta a dimora sul poggio di una bellissima collina, baciata dal sole e arieggiata quasi perennemente da venti che contribuiscono a rendere salubre il territorio (da qui il nome Su’entu, che significa il vento). La bella struttura, con un’architettura moderna e un panorama mozzafiato, si affaccia a 360° su tutto il territorio circostante, dove dal corpo centrale delle vigne che degradano verso la pianura si vede il nuovo corpo aziendale di 30 ettari, frutto di un accorpamento fondiario di una collina nella quale sorge il nuraghe “Cuccuru de is bingias” (la collina delle vigne) e in lontananza, ma riconoscibile, anche il mare di Cagliari.

Salvatore Pilloni e i figli, Valeria, Roberta e Nicola Pilloni hanno dichiarato: “Abbiamo deciso di presentare questo nuovo vino SU’DITERRA Bovale Marmilla IGT 2020 in corrispondenza con le riaperture. Dopo un lungo “letargo”, era giusto festeggiare il ritorno alla normalità con un nuovo progetto al quale lavoriamo da tempo. Abbiamo una visione molto positiva del futuro e riteniamo che la strada da percorrere sia quella del recupero delle campagne con coltivazioni che creino sviluppo diffuso. Il vino oggi, oltre a creare convivialità, spinge gli appassionati a girare per scoprire i territori”.

La famiglia Pilloni al completo: in prima piano Roberta, Nicola, Valeria, Salvatore e la moglie Lucia.

I numeri in sintesi: l’azienda, fondata da Salvatore e Lucia Pilloni nel 2009, si estende in due corpi aziendali; la prima di 50 ettari, dove sorge anche la cantina, e un nuovo corpo di 30 ettari. Attualmente la superfice vitata è di 36 ettari. La cantina produce 11 etichette tra spumanti, bianchi, rosati, rossi e un vino passito. Attualmente vengono prodotte 300 mila bottiglie, ripartite per il 50% nel mercato regionale, 25% nel mercato nazionale e il 25% in quello internazionale. La parte enologica è curata da Piero Cella, la parte agronomica da Gianluca Ventroni, sotto la guida di Luca Mercenaro, mentre la direzione commerciale è curata da Giovanni Melis. Attualmente, tra parte agricola e commerciale sono impiegate nell’azienda venti risorse umane”.

La presentazione del SU’DITERRA è stata preceduta, prima del Convegno “LA VITICOLTURA E LE SFIDE DELLA RIPARTENZA: Il Bovale e la scommessa della Marmilla”, da un’interessante visita al Castello Medievale di Sanluri. Poi, nei giardini dello stesso gli ospiti sono stati accolti con un calice di benvenuto di NINA rosé 2020 che, per la sua grande finezza, ha riscontrato un gran successo tra i partecipanti al convegno. La Cantina Su’entu ha scelto questo luogo per la presentazione del SU’DITERRA e per il Convegno, poiché il mondo dell’arte e della cultura hanno subìto le stesse serrate del mondo della ristorazione a causa della pandemia.

Particolari della torre dal camminamento di ronda e vista panoramica dal Castello Medievale di Sanluri.

Sono intervenuti al convegno “LA VITICOLTURA E LE SFIDE DELLA RIPARTENZA: Il Bovale e la scommessa della Marmilla”

Salvatore Pilloni (Fondatore della Cantina Su’entu)

Luca Saba , Direttore Sardegna): “L’agricoltura come volano per la ripartenza”.

Valeria Pilloni (Amministratore di Su’entu): “Il Bovale e la famiglia Pilloni”.

Roberta Pilloni (Responsabile di Cantina di Su’entu): “La nostra Marmilla”.

Gianluca Ventroni (Agronomo di Su’entu): “Biodiversità e viticoltura sostenibile”.

Piero Cella (Enologo di Su’entu): “La vinificazione del Bovale”.

Giovanni Melis (Direttore Commerciale della Cantina Su’entu): “Il nuovo SU’DITERRA: autoctoni e mercati internazionali”.

Il coordinamento dei lavori del convegno è spettato a Domenico Sanna, responsabile ospitalità della Cantina di Su’entu, che ha dato la parola per i saluti e per il loro intervento al Sindaco di Sanluri, Signor Alberto Urpi, e al Presidente dell’Unione dei Comuni della Marmilla, Signor Marco Pisanu.

A seguire, c’è stato l’intervento di Salvatore Pilloni, Fondatore della Cantina Su’entu, che ha esordito con un velo di emozione, dicendo: “Sono molto felice di darvi il benvenuto e ringraziarvi per aver accettato il nostro invito. È un piacere essere nuovamente insieme, dopo che per un anno e mezzo la pandemia ci ha tenuto lontani. Chi mi conosce sa che spesso parlo delle mie umili origini, di quanti lavori da ragazzo ho avuto modo di sperimentare; nonostante tutto, io dalla vita ho avuto tanto: in primis, una famiglia unita che oggi guida il progetto di Su’entu. Per questo motivo credo che il mio impegno debba essere rivolto il più possibile a restituire al territorio e alla collettività un po’ della fortuna che ho avuto. La pandemia ha rafforzato in me questa convinzione: nei momenti difficili non bisogna tirare i remi in barca e stare ad aspettare! Nei momenti difficili e complicati bisogna impegnarsi creando ulteriore occupazione, sostenendo il territorio e scommettendo sui giovani. Oggi vi accogliamo nel Castello Medievale di Sanluri, noto anche come Castello di Eleonora d’Arborea”. Abbiamo scelto di farlo qui, perché il mondo della cultura e dell’arte ha sofferto quanto il mondo della ristorazione le conseguenze della grande pandemia e da qui vogliamo ripartire. Su’entu non è solo un’azienda vitivinicola, ma un’azienda che vuole raccontare e promuovere il suo territorio facendo rete. Quando penso al passato vitivinicolo di questo territorio, c’è un dato che mi lascia impressionato: le 2000 piccole aziende agricole che conferivano alla Cantina della Marmilla e che oggi non esistono più. La scommessa di oggi è spingere i giovani a investire nella campagna, impiantando vigne per produrre uve di qualità e che, un domani, possano magari diventare conferitori della Cantina Su’entu. Ecco cosa penso quando mi chiedono la mia visione sulla pandemia, penso che sia una grande occasione per ripartire e metterci a correre, non come prima, ma più di prima”.

Salvatore Pilloni, fondatore di Su’entu

Subito dopo l’intervento di Salvatore Pilloni, Domenico Sanna ha dato la parola a Luca Saba, Direttore Coldiretti Sardegna per il suo intervento: “L’agricoltura come volano per la ripartenza”.
Luca Saba si è subito congratulato per i progetti che la Cantina Su’entu ha continuato a portare avanti in un momento così difficile, per poter essere pronti alla ripartenza post pandemia. Saba ha fatto comprendere, che arrendersi nei momenti di crisi non paga; infatti, nonostante i mille problemi i protagonisti del comparto agroalimentare si sono rimboccati le maniche e sono andati avanti per limitare i danni. Luca Saba, ha poi affermato che l’agricoltura sarà certamente uno dei volani più importanti per la ripartenza dopo questa disastrosa pandemia. Lui stesso ha poi ammesso di sentirsi più forte e consapevole, dopo essere stato duramente colpito dal Covid19, dicendo ai presenti di aver riscoperto il piacere della vita anche nel solo lavarsi i denti, quando ha iniziato a potersi togliere per poco tempo la mascherina dell’ossigeno, tanto da farlo più volte al giorno. Saba ha poi detto che questo suo vissuto gli ha fatto riassaporare tanto la vita, da dedicarsi ancor di più al lavoro e ai progetti della Coldiretti Sardegna per far sì che si recuperi in tempi brevi l’economia persa in agricoltura.

Il coordinatore Domenico Sanna che ha dimostrato di aver maestria nel gestire il convegno, passa la parola a Valeria Pilloni, Amministratore di Su’entu, per il suo intervento: “Il Bovale e la famiglia Pilloni”.
“Dodici anni fa quando iniziammo la nostra avventura avevamo una sfida: riportare la viticultura in Marmilla, territorio tradizionalmente vocato, che negli ultimi 30 aveva perso questa tradizione.
Nei ricordi di chi trent’anni fa c’era tornava spesso il nome del vitigno Bovale, anche se in quegli anni considerato tradizionalmente un vitigno minore, utilizzato in taglio con altri vitigni e mai in purezza, a causa della difficoltà nel vinificarlo; allo stesso tempo i ricordi erano quelli di un vitigno di grande forza. Sin da subito, abbiamo creduto nel potenziale di questo vitigno, e la sfida a questo punto erano due: riportare la viticoltura in Marmilla, e dare nuova identità e dignità al Bovale riuscendo a fare da queste uve in purezza un grande vino rosso.
Le persone a cui raccontavamo l’avventura che stavamo per intraprendere ci sconsigliavamo di impiantare Bovale, vitigno difficile da vinificare, a favore di altre varietà, come il Cannonau, che aveva sicuramente più mercato e potenzialmente più interessante per l’estero. Ma eravamo convinti della nostra sensazione e impiantammo a Bovale più della metà dei nostri vitigni a bacca rossa.
Dai nostri incontri con Piero Cella è maturata sempre più la convinzione che quella sfida volevamo percorrerla. Ma come vinificarlo? Piero aveva pochi dubbi: grande selezione delle uve in vigna, basse rese per ettaro, surmaturazione e affinamento per 12 mesi in botti di rovere”.
Da lì a breve avremmo imbottigliato la nostra prima annata del SU’NICO, la 2012, un’annata da 17 gradi che da subito ci stupì, ma non sapevamo se avrebbe raccolto il consenso degli addetti ai lavori e soprattutto dei consumatori. I primi riscontri positivi arrivarono da lì a breve. Quell’annata ebbe il Sole di Veronelli, premio che ogni anno viene assegnato solo a 20 vini che maggiormente hanno emozionato i degustatori.
Il Bovale non era più un’uva da taglio ma aveva acquisito la sua nuova identità, un vino ricco, di gran corpo che difficilmente si dimentica.
Negli anni successivi altri produttori si sono cimentati nella creazione di nuove etichette di Bovale e questo per noi è un motivo di grande orgoglio. Pensate che i primi anni che mandavamo il SU’NICO alle guide erano solo 2 i Bovale recensiti, oggi sono diventati 13.
Nel corso degli anni sono nate altre tre declinazioni di Bovale che la Cantina Su’entu produce, un vitigno autoctono, attraverso il quale possiamo raccontare il nostro territorio la Marmilla ma anche la Sardegna in giro per il Mondo.

Dopo l’intervento di Valeria, la parola è poi passata a Roberta Pilloni, Responsabile di Cantina di Su’entu, per il suo intervento: “La nostra Marmilla”.
“La nostra famiglia ha origini in Marmilla e da sempre ha deciso di mantenere le proprie radici e le sue attività in questo territorio, inizialmente con la prima attività di famiglia dedicata al commercio e con la quale si fece la rivoluzione della profumeria in Sardegna nei primi anni ’90, attività che continua ancora oggi.
Quando iniziò il progetto Su’entu, la sua casa non potevano che essere Sanluri e la Marmilla, quindi il passo naturale pensando ai nostri futuri vini fu quello di connotarli con la massima espressione del territorio, anche a livello di denominazione scegliendo di battezzarli con l’allora semi sconosciuta IGT Marmilla.
Su questo non abbiamo mai avuto dubbi, nonostante le difficoltà affrontate nell’essere i primi e soli a utilizzare questa denominazione. Vi lascio immaginare quali siano state le difficoltà nel raccontare e promuovere dal punto di vista vitivinicolo un territorio dimenticato come la Marmilla completamente soli senza altre aziende come noi e senza consorzi. In questi casi vale la regola che l’unione fa la forza.
In quest’ottica, la filosofia di Su’entu è sempre stata quella di fare squadra coinvolgendo altre realtà, come il nostro ultimo progetto “Is camminantis” (di cui a breve sentirete parlare) che nasce da 4 aziende del territorio (noi, la cantina Lilliu, cantina Olianas e agricola Soi) riunitesi in maniera spontanea con lo scopo di promuovere l’enoturismo e il territorio in questa stagione di ripartenza.
Questo è il nostro modo di fare: un approccio positivo e costruttivo. Prima di terminare, vi voglio raccontare un aneddoto: nel 2009 stavamo impiantando i nostri 32 ha di vigneto, quando con nostro padre ci accorgemmo di un piccolo problema: nel giro di 30 km non si riusciva a mettere insieme una squadra di viticoltori esperti che fossero in grado di seguirla. La scelta più semplice all’epoca era affidare a dei terzisti le lavorazioni e fine. Quella invece che abbiamo intrapreso è stata quella di puntare e investire tempo e risorse nella formazione continua di giovani della zona motivati e con la voglia di imparare una professione, quella del viticoltore, e ad oggi possiamo vantare una squadra esperta, in prevalenza under 30”.

Dopo l’intervento di Roberta, è stata la volta di Gianluca Ventroni, Agronomo di Su’entu, che ha parlato di “Biodiversità e viticoltura sostenibile”.
Gianluca Ventroni ha introdotto l’argomento spiegando quanto segue:
“Generalmente la campagna viene vista come un sistema statico, mentre, come sappiamo, è viva, dinamica ed è in continua evoluzione. Questo è stato per noi uno spunto per intraprendere la strada per una viticoltura sostenibile e poco invasiva nei confronti dell’ambiente. Noi vediamo il vigneto come un ecosistema e, come sappiamo, ogni ecosistema ha degli equilibri fragili e sensibili. Per poter gestire in maniera ottimale il sistema vigneto, prima di tutto dobbiamo conoscere bene chi popola e vive all’interno dello stesso. Quindi possiamo parlare di Biodiversità; col termine di biodiversità intendiamo tutte le specie erbacce spontanee presenti nei nostri vigneti, i numerosi animali, come ad esempio le lepri e le volpi, le numerose specie volatili ecc. All’interno della Biodiversità ci sono anche i microorganismi presenti nel terreno (microbioma) importantissimi per la vita e la salute delle piante; ma un ruolo fondamentale viene ricoperto dagli insetti. Giornalmente, nei miei monitoraggi in vigna cerco di classificare e conoscere la percentuale degli insetti utili presenti nei nostri vigneti, importantissimi in quanto esercitano un’azione di controllo nei confronti di quelli dannosi. Quindi, come si può intuire, il nostro obiettivo è quello di incrementare e favorire la nostra Biodiversità. Per aumentare la nostra Biodiversità, noi in azienda non diserbiamo, cerchiamo di mantenere i nostri filari inerbiti, gestiamo la nostra lotta fitosanitaria in maniera preventiva e con prodotti a minor impatto come ad esempio rame e zolfo. Tutto questo è possibile anche perché l’azienda Su’entu è ben strutturata e, ad esempio, abbiamo trattori ed attrezzi di ultima generazione, la stazione meteo ecc. Questo ci permette di svolgere una viticoltura di precisione. Come ultima cosa, vorrei parlare anche dei nuovi vigneti ubicati nell’agro di Gei impiantati nel 2020. Con la proprietà abbiamo deciso di puntare sulla varietà “Bovale”, vista la forte vocazione che ha mostrato nel nostro territorio. Questi nuovi vigneti hanno differenti esposizioni rispetto a quelli già esistenti, quindi ci aspettiamo qualcosa di molto importante”.

Dopo aver ringraziato Ventroni per la sua bella esposizione, Sanna ha passato il microfono a Piero Cella, Enologo di Su’entu per il suo intervento: “La vinificazione del Bovale”.

Cella ha così esordito: “Il Bovale nella mia esperienza, è stato un continuo studiare le diverse interpretazioni di un’uva autoctona, che ha poi permesso di sviluppare dei vini nelle loro diverse declinazioni: SU’NICO, rappresenta lo stile della surmaturazione, il NINA rosé è la forma più leggera della fermentazione di un’uva rossa, il SU’OLTRE, il Bovale affiancato da una piccola aliquota di Merlot, che ha contribuito a fare un vino austero di grande longevità e infine, il SU’DITERRA che vuole esprimere bevibilità e freschezza grazie a una macerazione leggermente più breve sulle vinacce; abbiamo voluto ricercare e ottenere un vino che concentri su di sé il territorio, la piacevolezza della beva e la capacità di durare nel tempo, regalandoci le emozioni della Marmilla”.

L’ultimo a intervenire è stato Giovanni Melis, Direttore Commerciale della Cantina Su’entu, con l’argomento: “Il nuovo SU’DITERRA: autoctoni e mercati internazionali”.
“Il nuovo SU’DITERRA è nato per completare la gamma di vini autoctoni di Su’entu da commercializzare anche nei mercati esteri, dove l’interesse è sempre di più sui varietali autoctoni e tradizionali. Chi lavora all’estero è un po’ un ambasciatore del proprio territorio e questa attività di promozione ha un impatto tanto più importante quanto più si riesce a presentarsi con aziende preparate e che producono vini di qualità”.

Terminato il convegno, ci si è poi diretti in cantina, dove ci attendeva un pranzo che ha visto abbinare i vini di Su’entu prodotti con uve Bovale alle pietanze proposte da sei bravissimi e noti chef, arrivati appositamente per l’evento:

• da Baradili e Cagliari, Francesco Vitale e Nicola Perra del Ristorante Sa Scolla (COI Accademia Enogastronomica e Sa Scolla, Baradili e Cagliari), che hanno proposto come antipasto la pietanza “Cialda di farro, pomodoro ricotta mustia e origano” “Nachos di semola e formaggio fresco, paprika e cipollotto” abbinato a SU’BRÌ rosé 2020.

Lo chef Nicola Perra con Domenico Sanna

• da Carloforte passando per Cagliari: Luigi Pomata, chef dell’omonimo ristorante di Cagliari, re indiscusso del tonno, membro dell’Associazione JRE Jeunes Restauranteurs d’Europe e star televisiva della RAI, che ha proposto “Tonno Tonnato. Spuma di patate, foglie di cappero e limone confit”, abbinandolo al NINA rosé Isola dei Nuraghi IGT 2020.

Domenico Sanna con lo chef Luigi Pomata


•da Sennori: Vito Senes, patron del Ristorante Vito, storica insegna della ristorazione sarda, che ha proposto “Pasta fagioli e cozze”, abbinandolo a SU’DITERRA Bovale Marmilla IGT 2020.

Da destra: lo chef Vito Senes con i figli e Domenico Sanna.

• da Nuoro passando per Cagliari: Marina Ravarotto, chef del Chiaro Scuro, autrice della cucina barbaricina rivisitata e Ambasciatrice del Gusto, che ha proposto “Nostalgie. Omaggio a Grazia Deledda – maccaronis ‘e busa in salsa di pomodoro con cinghiale”, abbinandolo a SU’ NICO Bovale Marmilla IGT 2018.

Domenico Sanna con la chef Marina Ravarotto

• da Orosei passando per Parigi: Salvatore Ticca, trapiantato nella capitale francese dove guida le due insegne “Shardana” e il “Gallo Blu”, che si appresta ad aprire ad Orosei per l’estate il Resort “Bidderrosa” e in autunno, un nuovo ristorante in Francia. Ticca ha proposto “Pecora in cappotto di filindeu”, abbinandolo a SU’OLTRE Marmilla IGT 2017.

Domenico Sanna con lo chef Salvatore Ticca

•da Orani passando per Porto Cervo: Roberto Paddeu, chef e patron di Frades Porto Cervo, creato insieme ai fratelli, una tappa d’obbligo per chi passa in Costa Smeralda, recentemente sbarcato a Milano. Paddeu ha proposto “Tutto cioccolato, limone e salvia” abbinandolo a SU’NICO Bovale Marmilla 2012.

Domenico Sanna con lo chef Roberto Paddeu

Alla presentazione di ogni pietanza, Domenico Sanna dava la parola allo chef, che raccontava tutti gli ingredienti e il procedimento della preparazione.

Info:

Cantina Su’entu
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