LA CURCUMA E I SUOI EFFETTI
Di Rita Casu, Biologa/ Nutrizionista
Gli effetti della curcuma sulla salute sono generalmente concentrati su una sostanza polifenolica lipofila di colore giallo-arancio chiamata “curcumina”, che viene acquisita dai rizomi dell’erba. La curcumina è nota recentemente per avere effetti antiossidanti, antinfiammatori, antitumorali e, grazie a questi effetti, per avere un ruolo importante nella prevenzione e nel trattamento di varie malattie che vanno in particolare dal cancro alle malattie autoimmuni, neurologiche, cardiovascolari e diabetiche. Inoltre, ha lo scopo di aumentare l’attività biologica e gli effetti fisiologici della curcumina sul corpo sintetizzando analoghi di curcumina.
Questo articolo esamina la storia, le caratteristiche chimiche e fisiche, gli analoghi, i metaboliti, i meccanismi delle sue attività fisiologiche e gli effetti sulla salute della curcumina.”. (Kocaadam B., Şanlier N. – Curcumin, an active component of turmeric (Curcuma longa), and its effects on health – Crit Rev Food Sci Nutr. 2017 Sep 2) Conosciamola più nel dettaglio. La pubblicazione: “Kotha R., Luthria D. L. – Curcumin: Biological, Pharmaceutical, Nutraceutical, and Analytical Aspects – Molecules. 2019 Aug 13.” ne valuta, come dice il titolo gli aspetti biologici, farmaceutici, nutraceutici e analitici.
“Secondo la medicina ayurvedica, la curcuma è stata utilizzata per vari scopi medici come la guarigione delle ferite, problemi respiratori, fegato e disturbi dermatologi. … Secondo la Food and Drug Administration (FDA) degli Stati Uniti, i curcuminoidi sono generalmente riconosciuti come sicuri (GRAS). Studi clinici hanno inoltre sostenuto che un’alta dose orale singola (fino a 12 g/giorno) di curcuminoidi era molto ben tollerata.
La curcumina ha attirato molta attenzione negli ultimi decenni a causa del suo potenziale terapeutico come agente antinfiammatorio, antidiabetico, anticancro e anti-invecchiamento, che è supportato da diversi studi in vitro, in vivo e clinici. Oltre a questi, la curcumina ha anche mostrato promesse nel trattamento della guarigione delle ferite, dell’artrite e dell’Alzheimer. …
Sulla base della ricerca Scopus, negli ultimi cinque anni sono stati pubblicati quasi 10.000 articoli di ricerca sui curcuminoidi. Tuttavia, il potenziale terapeutico della curcumina è limitato dalla sua bassa solubilità nei mezzi acquosi, dalla scarsa biodisponibilità e dai profili farmacocinetici. Per affrontare questi problemi, sono state prodotte e utilizzate diverse formulazioni (materiali/ miscele che combinavano curcumina con altri elementi, tra cui polimeri, lipidi e nanoparticelle in proporzioni appropriate) in molteplici studi.” “La composizione chimica della curcuma è costituita da circa il 70% di carboidrati, il 13% di umidità, il 6% di proteine, il 6% di oli essenziali (fellandrene, sabinene, cineolo, borneolo, zingiberene e sesquiterpeni), 5% grassi, 3% minerali (potassio, calcio, fosforo, ferro e sodio), curcuminoidi al 3-5% e tracce di vitamine (B1, B2, C e niacina). Tra i curcuminoidi, la curcumina rappresenta il 77%.”
“La curcumina riduce la tossicità indotta da metalli pesanti (sollecitazione ossidativa) formando complessi stabili con metalli pesanti come rame (Cu), cromo (Cr), arsenico (As), mercurio (Hg), piombo (Pb) e cadmio (Cd)”. Vorrei ribadire l’importanza della Curcuma come detossificante, soprattutto, per chi, come me, conserva ancora qualche otturazione dentale col mercurio o per qualsiasi altro motivo presenta un accumulo di metalli pesanti.
Sempre nella stessa pubblicazione leggiamo che: “La curcumina ha la capacità di influenzare molteplici obiettivi biologici ed è stato dimostrato che mostra attività contro varie malattie, tra cui cancro, malattie cardiovascolari, malattie neurologiche e autoimmuni. La curcumina può modulare diversi bersagli biologici (inclusi fattori di trascrizione, fattori di crescita, mediatori infiammatori, citochine, proteine del ciclo cellulare, enzimi, chinasi proteiche e proteine apoptotiche) e vie cellulari. Ad esempio, la curcumina modula la crescita tumorale regolando più vie di segnalazione, tra cui la sopravvivenza cellulare, il soppressore tumorale, le vie della caspasi, la chinasi proteica e le vie del recettore della morte.
Abbiamo scoperto, quindi, le grandi potenzialità determinate dall’uso di questa spezia, però abbiamo visto anche la sua bassa biodisponibilità, ossia la bassa capacità di assorbimento e di raggiungere i siti d’azione, perciò è preferibile scegliere preparazioni liposomiali, sciolte in soluzioni lipidiche o in polimeri lipidici o nanoparticelle in dosi adeguate, per favorire i processi di assimilazione e aumentando, per questo motivo, la quota di sostanza bioattiva che svolge la sua funzione. La curcuma è ampiamente utilizzata anche in cucina, tanto da essere definita “zafferano dei poveri” e in alcuni casi scambiata con lo zafferano, commettendo, in questo modo una frode, perché lo zafferano è una spezia più pregiata. Però, anche il suo uso quotidiano in cucina aiuta, seppure in maniera più blanda, ad avere gli effetti benefici che abbiamo descritto in precedenza. Può essere utilizzata sotto forma di polvere, che è leggermente più amara rispetto alla droga (ossia la parte della pianta ad azione salutare) fresca, oppure la radice che va lavata sotto l’acqua corrente, asciugata con della carta assorbente, sbucciata e tagliata a fette.
Può essere utilizzata nelle zuppe, nelle minestre, nelle insalate di cereali, nelle carni in tegame, nelle polpette e nelle salse di accompagnamento, come ad esempio la maionese. Inoltre, la si può utilizzare nei budini e nelle creme come colorante.
Si può preparare anche l’olio alla curcuma, partendo dall’olio extravergine d’oliva, facendo macerare 100 ml di olio con 6 cucchiaini di polvere di curcuma (in questo caso non utilizzare la radice fresca), per una settimana. Filtrare la miscela ed usare a crudo su insalate, zuppe, ecc., ottenendo, così, un ottimo antiossidante. Esistono due meravigliose preparazioni che ci arrivano dall’Oriente con la curcuma: il golden milk, (latte d’oro), ossia del latte colorato con una puntina di polvere di curcuma, ottimo antinfiammatorio, anche per le articolazioni, e il miele d’oro, preparato con 100 g di miele biologico e 10 g di curcuma in polvere, che si miscelano e si conserva in barattolo di vetro a chiusura ermetica, che è un ottimo antibiotico naturale, perché le proprietà antibatteriche del miele vengono potenziate dall’attività della curcuma. Recentemente sono stati segnalati dei casi di epatite in pazienti che facevano uso di integratori di curcumina in associazione con piperina, che aumenta la biodisponibilità, quindi, oltre a consigliare l’uso di prodotti garantiti e di qualità, in caso di patologie epatiche, prima del consumo di questi integratori è bene chiedere consiglio al proprio medico di fiducia. Termino con due curiosità: 1. In India viene utilizzata da circa 6000 anni nella Medicina tradizionale, nella cosmesi, come spezia e come colorante, per 2000 anni anche per le tuniche dei monaci buddisti. 2. Nella Medicina Ayurvedica era considerata una delle piante più importanti per le sue proprietà cicatrizzanti, antinfiammatorie, antiossidanti e antinvecchiamento, infatti, le donne indiane si spalmavano la polvere di curcuma come antimacchie e come antirughe.
Dal punto di vista universitario la mia carriera si potrebbe riassumere in poche parole: farmacista, biologa e nutrizionista . La passione dell’enogastronomia è nata, invece, un po’ prima del periodo universitario. Già dalle superiori, frequentando l’Istituto per Chimici “Michele Giua”, una delle materie di studio era Impianti Chimici ed uno dei docenti, l’allora Direttore della Cantina di Dolianova, ci aveva fatto studiare tutto il processo di produzione del vino, degustazione compresa. È stata una passione nata in quel periodo e che ho inseguito, per un bel po’ di tempo, nei periodi un po’ più liberi dagli studi universitari e di aggiornamento professionale. Finalmente nel 2019 sono diventata Sommelier e nel 2020 Maestro Degustatore Salumi, ma intorno al 2000 ho diretto la produzione alimentare e liquoristica presso un’azienda sarda, occupandomi anche di Ricerca scientifica applicata alla produzione industriale. Con Epulae ho iniziato a scrivere di questo mondo che mi appassiona, cercando di trasmettere non solo l’entusiasmo, ma anche tanti anni di approfondimento e di esperienza pratica.