Andrea Campurra: “Costituzione entro dicembre, poi in rete con Sicilia e Campania”
Autore Gian Basilio Nieddu
Sulla rampa di lancio il Distretto Bio Sardegna. L’iniziativa è di un gruppo di imprenditori che da anni lavora sul biologico e che recentemente ha costituito l’Associazione di produttori Sardegna bio. Alla guida Andrea Campurra il quale a myfruit.it spiega la mission del distretto che può contare sul supporto di enti e associazioni: Città Metropolitana di Cagliari, Comune di Cagliari, Anci Sardegna, Coldiretti Sardegna e Fondazione Its Filiera Agroalimentare della Sardegna.
Ottime condizioni ambientali per il biologico
La filosofia è chiara: l’isola può contare su una scarsa industrializzazione, bassa concentrazione demografica e una qualità dell’ambiente abbastanza alta, ovvero ottime condizioni per sviluppare la cultura e le colture biologiche. Tutto bene, ma manca uno strumento organizzativo per valorizzare il capitale sociale ed economico. Questi i presupposti che hanno spinto gli imprenditori a organizzarsi per la creazione del distretto.
Andrea Campurra spiega le tappe del distretto bio
Andrea Campurra Il rappresentante degli imprenditori illustra genesi e sviluppo: “Ci siamo costituiti come associazione proprio per fare nascere il distretto. Le linee guide prevedono la costituzione di un comitato pubblico-privato e poi fare partire un processo di animazione territoriale”.
Il progetto è ambizioso visto che la struttura vuole abbracciare tutto il perimetro sardo. Una rete estesa: “Da oggi inizieranno gli incontri per invitare tutte le aziende biologiche a partecipare – spiega Campurra – C’è stato anche un buon riscontro da parte della Regione e nel processo di riconoscimento possiamo contare sull’assistenza dell’Agenzia regionale Laore, in modo da non sbagliare e non perdere tempo”. La fase finale è il riconoscimento del distretto: “La valutazione da parte di una commissione di esperti e ilriconoscimento con delibera della giunta regionale“.
La costituzione entro dicembre e poi si punta a sinergia con la Sicilia
Questo il cronoprogramma: “Costituzione entro dicembre e poi, più avanti, vogliamo entrare in rete con la Sicilia e coinvolgere altre regioni come la Campania interessate alla valorizzazione del biologico”. Raccolte le adesioni delle aziende e avviata la struttura cosa succederà di buono per le imprese agricole? “Per la Sardegna sarà una grandissima opportunità per accedere a nuove risorse e così le imprese potranno parlare direttamente con tutte le istituzioni interessate a iniziare dal ministero delle Politiche agricole a cui presenteremo le esigenze delle imprese”. Avere voce in capitolo e rafforzare l’esile tessuto imprenditoriale biologico sardo : “Un sostegno a chi sceglie la strada della sostenibilità e la salvaguardia del territorio per le generazioni future”, conclude Andrea Campurra.
Il biologico, la biodiversità e le rinnovabili
Il bio-distretto regionale sottolineano i vari protagonisti: “E’ una risposta all’esigenza di regolamentare la grande espansione dell’agricoltura biologica, sia nazionale che regionale, in un territorio in cui buona parte delle piccole e medie imprese agricole ha scommesso sulla qualità e sulla tipicità delle produzioni”. Interessante la filosofia che punta ad allargare il campo oltre l’applicazione delle regole del biologico: “Per coniugare la propria attività con le nuove frontiere della sostenibilità ovvero energie rinnovabili, biodiversità, qualità del lavoro e della vita“. Sulla distribuzione si punta anche sulla filiera corta e sui gruppi di acquisto solidale: “Nonché spronare le pubbliche amministrazioni per incrementare gli acquisti verdi per mense scolastiche, ospedali e altri servizi pubblici”.
Il biologico sardo anche per l’export
Paolo Truzzu, sindaco di Cagliari Tra i sostenitori ci sono gli enti locali.
Il sindaco di Cagliari Paolo Truzzu ha detto: “La speranza è che il bio-distretto possa diventare un impulso per favorire l’export dei prodotti biologici locali a livello internazionale. La sua costituzione ci consentirà di dialogare direttamente con i vertici ministeriali e avere accesso a molti più fondi, al fine di sostenere un’agricoltura sostenibile”.
Per l’assessore alle attività produttive del Comune di Cagliari, Alessandro Sorgia, si tratta di “una grande opportunità per la città di Cagliari e per la Sardegna intera”.
Il presidente di Coldiretti Sardegna Battista Cualbu conclude: “Uno strumento utile che va incontro alle esigenze del produttore e del consumatore. La Sardegna, con oltre 120mila ettari, si colloca per superficie coltivata bio al settimo posto tra le regioni italiane. E l’Italia è, anche nel 2019, il primo Paese europeo per numero di aziende agricole impegnate nel biologico, con oltre 80mila operatori coinvolti”. Insomma, le opportunità non mancano.
Direttore Responsabile
Nell’ottobre del 2006 nasce a Bracciano con sede legale in Roma “ Epulae Accademia Enogastronomica Internazionale” e con essa Epulae News il nostro giornale quotidiano online.
Epulae nel 2009 come previsto per legge sposta la sede legale a Cagliari in quanto viene riconosciuta dalla Repubblica Italiana con DPR 361/2000 e iscritta in data 22 giugno 2009 nel registro delle persone giuridiche negli uffici del Governo della Prefettura di Cagliari.
L’associazione Epulae è stata costituita allo scopo di promuovere i prodotti più veri, diffondere la cultura enogastronomica e difendere così i prodotti più tipici della nostra agricoltura, sempre più a rischio di estinzione, in quanto minacciata dai prodotti massificati, geneticamente modificati e per questo economicamente più vantaggiosi.
Lavorare per la qualità costa fatica e denaro, ma la passione per l’enogastronomia e per la nostra cultura ci sostiene e speriamo sostenga i tanti produttori e chef che hanno scelto questa strada.
E’ proprio in questo mondo sempre più globale che l’attenzione per il “particolare”, il piccolo, il territorio diventa importante, soprattutto per difendere e far conoscere le identità locali, fonti insostituibili di crescita culturale.
Qualcuno potrà pensare che ci siano anche troppe associazioni che operano in questo settore, ma Epulae non è nata per mettersi in competizione con le altre, è più una variante nuova del classico concetto di associazione, è un grande ombrello sotto il quale trovano casa tante sezioni ognuna dedicata ad un settore specifico del grande mondo dell’enogastronomia. Esperti di vino, birra, distillati, acque minerali, miele, olio, salumi, formaggi, caffè, specialisti in scienze dell’alimentazione, chef, pizzaioli, maestri dell’arte bianca, pasticcieri, gelatieri, ecc., hanno all’interno di Epulae il proprio spazio d’incontro e di confronto, uno spazio che si espande e diventa un grande crogiuolo culturale dove le esperienze di ognuno e dei vari gruppi si fondono in un movimento unico di sostegno e di divulgazione della cultura enogastronomica. Epulae è il nome latino che identifica i cibi. E proprio nell’antica Roma, in occasione di feste religiose, ad alcuni cittadini romani veniva riconosciuto il diritto di banchettare pubblicamente in tavole imbandite dei migliori cibi e bevande, sotto la guida di un collegio sacerdotale.
Proprio come allora, anche oggi, nella nostra associazione ci avventuriamo alla scoperta dei cibi e delle bevande della nostra terra, sotto la guida dei maestri di Epulae, per conoscere, imparare e cogliere gli aspetti sensoriali e culturali dei cibi. Anche il simbolo della nostra associazione racchiude, in una visione artistica, i concetti cari ai soci fondatori ed ai nostri membri. L’anfora romana, recipiente per il trasporto delle derrate alimentari e del vino, viaggiava sulle navi per giungere alle tavole dei nobili commensali, portando con loro un carico di novità, cultura ed esotismo dal luogo di produzione alle tavole di Roma. Un modo per scambiare saperi e sapori e per unire sulle tavole i quattro angoli dell’Impero. Ed è sopra l’anfora, per i romani simbolo del corpo contenitore dell’anima, che si disegnano le onde del Mare Nostrum, il Mediterraneo, grande via di comunicazione del mondo antico e che ancora oggi rappresenta il luogo d’incontro di mondi e culture diverse, che sulle sue sponde si affacciano, si confrontano e si fondono. Ed è nelle terre che si affacciano sul Mediterraneo che sono venute a contatto le culture del mondo antico, luoghi di incontro dove sono nate tradizioni enogastronomiche uniche e spettacolari, fusione di gusti e di sapori che sulla tavola raccontano storie di scontri ed incontri tra il nord ed il sud del Mediterraneo.
Percorrendo lo stivale dal sud al nord, si scopre una tradizione enogastronomica ricca di sapori, elaborata ed arricchita nei millenni dai popoli che hanno attraversato l’Italia. Profumi e sapori che si incontrano e si fondono, dagli appennini alle alpi, raccontando storie e sapori di culture diverse. L’associazione è nata quindi con lo scopo di promuovere e diffondere la cultura alimentare, enologica, gastronomica e dell’analisi sensoriale attraverso attività di promozione, formazione, editoriali e turistiche.
L’associazione è presente con delegazioni o referenti nel Lazio, Veneto, Sardegna, Sicilia, Puglia, Calabria, Lombardia, Liguria, Piemonte, Toscana, Umbria e sedi estere negli Stati Uniti, Argentina, Nuova Zelanda Australia, Canada, Svizzera, Danimarca, Francia e Giappone. L’associazione opera suddivisa in sezioni, ognuna delle quali raggruppa uniformemente per competenze gli iscritti. Sommelier-enogastronomi, giornalisti di enogastronomia, analisti sensoriali degli alimenti, esperti degustatori, esperti in scienze dell’alimentazione, esperti in storia dell’alimentazione, chef in progress, rural chef pizzaioli, panettieri, pasticcieri, cioccolatieri, gelatieri e barman, che opereranno nelle proprie sezioni, per fare attività di promozione e formazione, organizzando corsi grazie ai quali i nostri associati potranno contare su opportunità di formazione continua, ampliare il proprio bagaglio di competenze, confrontarsi con i colleghi e acquisire attestati di qualificazione che ne certifichino le competenze teorico-pratiche.
Con questo spirito è nata anche Epulae News “Wine and Food Magazine”, la testata giornalistica online, anche organo d’informazione dell’associazione, attraverso la quale vengono promosse le attività, i corsi di formazione e le iniziative messe in campo dai nostri associati. Il giornale online sarà anche il luogo dove le varie delegazioni potranno promuovere le proprie attività, il territorio ed i prodotti locali. Uno spazio dove i soci potranno parlare delle proprie esperienze, suggerire iniziative e promuovere aspetti particolari della cultura enogastronomica, ma aperto anche ai lettori occasionali che vorranno inviarci il proprio contributo.