Due nuovi rossi dell’azienda vinicola di Gabriele Moratti per un racconto denso e attuale dell’entroterra sardo
Bentu Luna, il progetto enologico di Gabriele Moratti in Sardegna, presenta sul mercato due nuovi vini rossi, espressione dell’entroterra, nel pieno cuore della Sardegna. Entrambi i vini sono frutto dell’annata 2019: Be Luna, rosso di Sardegna da varietà autoctone, e Susu da uve Cannonau.
Le uve da cui ha origine Be Luna sono raccolte in una vigna piantata nel 1905 nel comune di Atzara (Nuoro). In essa coesistono diverse varietà di Muristellu (Bovale sardo), Monica e Cannonau in percentuale variabile, dando vita al vino di Bentu Luna che più di tutti testimonia un concetto archetipico di biodiversità, ereditato da una cultura viticola millenaria rimasta pressoché invariata.
A dare vita a Susu, sono le selezionatissime uve di Cannonau con cui è prodotto, esse maturano in un vigneto monocultivar di Neoneli (Oristano), comune in cui ha sede la cantina. Il Cannonau rivela uno spettro olfattivo speziato, vivacizzato da una nota di pepe che dialoga con frutti scuri maturi.
Le neonate etichette affiancano Mari Mandrolisai Rosso DOC e Sobi Rosso di Sardegna (premiato con i Tre Bicchieri del Gambero Rosso), entrambi lanciati lo scorso marzo – nell’interpretazione che l’azienda fa del territorio e dell’antica cultura contadina di cui è custode.
“Il risultato è al di fuori degli schemi conosciuti per la Sardegna – spiega Gian Matteo Baldi, AD di Bentu Luna – Siamo di fronte a vini molto eleganti, con grande piacevolezza di beva, poca rilevanza dell’alcool al gusto, agili ma con una grandissima profondità e persistenza”. Nasce un racconto audace e sincero, che ripropone in chiave contemporanea vini dalla storia secolare, con profili organolettici in grado di restituire i gusti e gli aromi del Mediterraneo.
“La valorizzazione delle uve ottenute da queste vecchie vigne passa attraverso l’infusione goccia a goccia del loro succo – continua Baldi – Il vino che otteniamo non viene poi ‘accomodato’ con prodotti enologici, filtrato o modificato, e le materie scelte per accoglierlo sono calde: cemento, terracotta, legno. Il ruolo di quest’ultimo, in particolare, è funzionale alla crescita naturale dei vini, non dev’essere invasivo o prevaricante. Ciascuna scelta è studiata per ritrovare nel calice l’originale e autentica espressione delle uve”.
Tutti i vini prevedono una vinificazione di chicchi o grappoli interi e una fermentazione spontanea, con pied de cuve altamente selezionato, in vasche di cemento da 20 hl. Il processo dura circa tre settimane, con leggere follature manuali al termine della seconda. Be Luna e Susu affinano quindi in barriques di rovere di secondo passaggio per otto mesi, periodo durante il quale si attiva la fermentazione malolattica e vengono effettuati leggeri bâtonnage.
Be Luna e Susu sono stati imbottigliati a settembre 2020, con una produzione rispettivamente di 1300 e 1500 bottiglie, in vendita esclusivamente nel canale Ho.Re.Ca.
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Socio fondatore di Epulae Sardegna, mi occupo di internazionalizzazione di aziende e di organizzazione di eventi dell’agro-alimentare in Italia e all’estero da oltre 20 anni.
Giornalista iscritto all’Ordine Nazionale del Giornalisti e alla FIJET, sono anche presidente del Distretto Regionale Biologico “Sardegna Bio” e della Rete Nazionale dei Distretti Biologici d’Italia. In Sardegna sono il co-organizzatore delle manifestazioni di grande successo quali il Cagliari International Wine&Food Festival e del Concorso Enologico Nazionale e Internazionale “Vermentino”. Dal 2022 sono impegnato nella promozione del biologico italiano con un progetto dal nome “Bio in Tour”.