La pompìa agrume unico di Sardegna

Esiste un agrume, sconosciuto ai più, che cresce solo in Sardegna nella zona della Baronia, ed è coltivata prevalentemente a Siniscola e dintorni, Posada e Torpè.

La pompìa, (Citrus limon var. pompia Camarda, 2015), in lingua sarda sa pompìa, endemica dell’Isola, è un ibrido tra cedro e limone, con l’albero simile all’arancio ma con i rami spinosi come quelli del limone, è tra gli agrumi più rari di tutto il mondo. La sua esistenza è nota già dal ‘700 ma la sua riscoperta la si deve, alla fine degli anni ‘90, ad un progetto di agricoltura sociale del Comune di Siniscola che ne ha impiantato una coltivazione estensiva.

Nel 2004, sempre nella cittadina nuorese, grazie all’unione di cinque produttori, è nato il Presidio Slow Food de “sa pompìa”; e da lì la si ritrova nelle manifestazioni slow food come il Salone del gusto, l’Eurogusto a Tours (2009-2011) e nelle maggiori fiere italiane dedicate al cibo e ai prodotti enogastronomici di qualità.

Si tratta di un frutto che si può raccogliere dalla metà di novembre fino a gennaio, dalle grosse dimensioni, schiacciato ai poli e dalla forma tondeggiante. Con la sua buccia gialla, spessa e tubercolosa, la polpa molto acida e poco succosa, viene usata nella preparazione di dolci tipici, citati anche nelle opere di Grazia Deledda: sa pompìa intrea , ricetta dalla lunga preparazione tramandata oralmente dalle donne siniscolesi e presidio Slow Food dal  dal 2004, a base di albedo di pompìa, miele e zucchero e che diventa prena se riempita con mandorle tritate. Risulta dolce alla bocca ma con un retrogusto amarognolo; s’arantzata o arantzada,, fatta di scorza di pompìa caramellata e mandorle,  dolce tipico dei matrimoni, si serve rigorosamente su una foglia d’arancio. Questo agrume viene anche utilizzato per preparare liquori, creme liquorose e nella produzione di birre artigianali da birrifici e beer firm sardi.